«Ripascimento e pennelli la soluzione anti erosione»

Il professor Ruol interviene nel dibattito sul miglior intervento per il litorale «Le dighe dovrebbero essere larghe almeno 15 metri o le onde le scavalcano»

JESOLO

«I pennelli in roccia e il ripascimento con apporto di sabbia sono la soluzione migliore contro l’erosione marina». Il professor Piero Ruol non ha dubbi in merito al migliore intervento possibile per il litorale di Jesolo ed Eraclea mare. Professore ordinario esperto in “Costruzioni marittime” a Ingegneria civile e di “Coastal Management and Protection” a ingegneria ambientale, è considerato un’autorità in materia e ha effettuato numerosi studi anche per la Regione e nello specifico sulla costa veneziana con modelli in laboratorio e sperimentazioni.

Il dibattito, dopo le prime mareggiate in netto anticipo sulla stagione autunnale, si è subito riacceso e anche i sindaci di Eraclea, Nadia Zanchin, e di Jesolo, Valerio Zoggia, ne hanno discusso al loro primo incontro ufficiale in municipio a Eraclea. Le alternative sul campo, come barriere artificiali parallele alla spiaggia e dighe sottomarine, non convincono il luminare. Anche l’assessore all’ambiente in Regione nella precedente giunta Zaia, Gianpaolo Bottacin, ha sempre sostenuto le tesi del professor Ruol convinto che questa sia la linea da mantenere per la protezione della costa. Stanno per essere realizzati altri quattro pennelli in zona est del lido, verso la Pineta, per il completamento di questo intervento nella stagione invernale.

«I pennelli sono la soluzione migliore anche perché radicati nella nostra cultura» spiega il docente universitario «le barriere parallele alla spiaggia che affiorano dall’acqua avrebbero un impatto molto forte e poco gradito in questo litorale che ha tutt’altra tradizione. Dobbiamo poi fare quello che oggi non fanno più i fiumi, ovvero apportare sabbia. Per questo ci sono i ripascimenti nella stagione invernale, prelevando sabbia accumulata oppure dai fondali al largo. Sono piccoli interventi che poi vengono protetti con i pennelli in roccia perpendicolari alla spiaggia. Ogni 10 anni potrà essere effettuato un ripascimento più ampio prelevando più sabbia dal fondale. Parlare di dighe sottomarine» prosegue «è troppo semplicistico. Perché fossero realmente efficaci, dovrebbe essere di una larghezza di almeno 15 metri altrimenti l’onda le scavalcherebbe. Si parla di questi interventi sottomarina in calcestruzzo, ma più per una valenza ambientale di ripopolamento che di una vera protezione dall’erosione marina».

Intanto, la Federconsorzi ha iniziato ad alzare le dune di protezione in Pineta con l’obiettivo di coprire tutti e 12 i chilometri di litorale. –

Giovanni Cagnassi

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