Ripascimento e dighe vent’anni di polemiche

Dal 1995 al 2014 il Consorzio Venezia Nuova è stato concessionario unico da Isola Verde alla foce del Piave. Ma oggi i problemi restano tutti
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - JESOLO LIDO - RIPASCIMENTO PINETA
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VENEZIA. Ad ogni mareggiata la sabbia se ne va. Un disastro per l’ambiente e per le attività economiche. E in poche ore i lavori conclusi e finanziati con soldi pubblici si dissolvono. Decine di milioni di euro buttati a mare.

Eppure di soldi lo Stato ne ha stanziati parecchi negli ultimi decenni. A cui hanno fatto seguito i finanziamenti regionali per le emergenze. Vediamo. Dal 1995 al 2014 sono stati portati sui litorali veneziani 9,2 milioni di metri cubi di sabbia prelevati al largo, lungo un fronte di costa di 45 chilometri sui 60 complessivi. Era il famoso “Progetto litorali” approvato dal Comitatone, che il Magistrato alle Acque aveva affidato al suo concessionario unico, il Consorzio Venezia Nuova. Anche quella un’ “opera complementare” al Mose. Perché i danni maggiori nel tragico 4 novembre del 1966 li avevano fatti proprio i litorali. Cedendo in più punti, a Pellestrina e al Lido, anche per colpa della mancata manutenzione delle spiagge e dei Murazzi costruiti dalla Serenissima a metà Settecento. La parola d’ordine dall’inizio degli anni Novanta era quella di «garantire l’integrità del cordone litoraneo lagunare». E non solo per motivi turistici, ma di salvaguardia della laguna.

Dieci anni di studi, altrettanti di lavori con soldi statali - per gli interventi speciali - di Regione e comuni per quelli ordinari affidati al Consorzio del Mose. «La spiaggia emersa è stata ampliata di 30-50 metri», si legge in un rapporto di fine lavori, «con otto chilometri di nuove dune». «Risultati soddisfacenti», ma solo in alcune aree, in particolare a Pellestrina e Lido.

Un milione di euro in fumo per una sola mareggiata

Ripascimento protetto. «I risultati migliori», si legge nel rapporto finale del Consorzio Venezia Nuova, «sono stati ottenuti dove si è intervenuto strutturalmente con opere rigide integrate al ripascimento di sabbia, cioè a Pellestrina, Cavallino, Isola Verde, Sottomarina e Lido. La spiaggia protetta con pietrame, nuovi pennelli, celle di pietre sui fondali, scrivono nella relazione gli ingegneri Giovanni Cecconi, Stefano Libardo e Claudia Cerasuolo, «è la più compatibile con l’ambiente costiero. Le dighe sommerse consentono di mantenere la sabbia in loco ed evitarne la dispersione. E dove è stata utilizzata questa tecnica le perdite di sabbia sono state inferiori alla previsione progettuale del 10 per cento».

Gli interventi di ripascimento dal 1994 al 2014
Gli interventi di ripascimento dal 1994 al 2014

Gli inconvenienti. Si segnala la «perdita di sabbia oltre il Murazzo per trasporto eolico con terreno asciutto». Tradotto, vuol dire che il vento si porta via dopo non molto tempo la sabbia fine depositata. Sabbia peraltro più scura di quella originale, prelevata a 20 chilometri dalla costa e poi ricoperta da quella più chiara.

Sottomarina. Nel dettaglio, il progetto litorali ha portato 120 mila metri cubi di sabbia a Sottomarina, con un “muro paraonde” alto tre metri sul livello del mare e un nuovo molo foraneo alla foce del Brenta. 450 mila metri cubi di sabbia e 7 pennelli in roccia a Isola Verde. La barriera sommersa prevista non è stata completata.

Pellestrina. L’intervento più consistente. 4 milioni di metri cubi di sabbia, 9 chilometri di nuova spiaggia e una scogliera sommersa a una quota di un metro e 50 sotto il livello del mare a 300 metri dalla costa. Qui il ripascimento di sabbia non è più stato necessario.

COLUCCI - DINO TOMMASELLA - JESOLO LIDO - RIPASCIMENTO PINETA
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Lido. Anche al Lido nuova spiaggia di 5 chilometri di fronte al Murazzo storico dello Zendrini, con 4 nuovi pennelli e una barriera sommersa a meno 1 metro sotto il livello del mare, a 300 metri dalla riva.

Cavallino. Due milioni di metri cubi di sabbia, 5 chilometri di nuove dune e 800 mila piante, rafforzati 11 chilometri di spiaggia con 31 pennelli di cui 5 nuovi.

Jesolo. Seicentomila metri cubi di sabbia e 10 chilometri di spiaggia ampliati. Ma niente opere rigide. Così la sabbia ad ogni mareggiata è preda delle correnti.

Convenzione Magistrato-Regione. A partire dal 2014, dopo le violente mareggiate del 2012/2013, il Magistrato alle Acque firma con la Regione e i comuni di Jesolo e Cavallino per «opere di emergenza e strutturali» a difesa dei litorali. Si prevede una spesa di tre milioni e mezzo di euro (1,5 a carico del Magistrato, due a carico della Regione) per portare sulle spiegge veneziane 270 mila metri cubi di sabbia di cui 70 mila proveniente da cave di terra. Un paragrafo del protocollo, firmato dal presidente dell’ex Magistrato Roberto Daniele, dal responsabile della Regione Tiziano Pinato e dai sindaci Valerio Zoggia e Claudio Orazio, prevede anche che le opere di emergenza siano integrate da “opere strutturali” e che per questo dovranno essere trovati finanziamenti aggiuntivi. Annuncia infine una attività di studio e monitoraggio che si doveva svolgere al Centro sperimentale di Voltabarozzo, a Padova. Nel frattempo in parte smantellato. Cosa resta di quegli impegni sottoscritti due anni fa?

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