Riparte la battaglia delle scuole sporche
Dopo la tregua delle scorse settimane e la speranza che una soluzione fosse vicina sta per riprendere la battaglia dei genitori per scuole più pulite e sorvegliate.
Un caso che torna caldo con la lettera che il gruppo provinciale dei comitati di genitori ha spedito ieri al presidente del consiglio, Matteo Renzi, e al ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini e che esploderà con la diffida di cui il comitato renderà noti i dettagli nei prossimi giorni. Perché lo stanziamento di fondi deciso il 28 marzo a Roma e recepito a livello veneto il primo aprile servirà a tutto tranne che a garantire l’igiene di aule e corridoi. Nell’accordo nazionale ci sono 60 milioni, da qui a fine giugno, che verranno spesi come integrazione al reddito e che serviranno per mettere in cassa integrazione anche le dipendenti della Manutencoop che dal primo gennaio scorso si sono trovate con orari ridotti anche del 60%. Il passaggio dell’accordo regionale davanti al quale i genitori hanno strabuzzato gli occhi è quello che recita che «la prestazione lavorativa rimarrà comunque quella prevista dal taglio del primo gennaio del 2014 e l'eventuale differenza sarà colmata con la cassa integrazione guadagni in deroga prevista dall'accordo del 28 marzo, in attesa di ulteriori sviluppi ministeriali». Altri fondi, 150 milioni di euro per il 2014 e 300 milioni per il 2015 e i primi tre mesi del 2016 sono destinati non tanto alle pulizie ma per «ulteriori attività consistenti in interventi di ripristino del decoro e della funzionalità» delle scuole». Non un euro in più per le pulizie.
Secondo il dossier preparato dai genitori nei nove istituti maggiormente colpiti dai tagli e rappresentati nel comitato gli stanziamenti ordinari mensili per i servizi appaltati sono passati da 182 mila euro del 2013 agli 82 mila del 2014 (meno della metà) e di conseguenza le ore si servizio sono scese da 1818 a dicembre 2013 a 971 nel gennaio 2014.
«La realtà quindi è che l’appalto Consip ha dimezzato il servizio», attacca Roberto Longo, uno dei genitori del comitato, «e i soldi aggiuntivi stanziati da gennaio a marzo sono stati solo un palliativo». Si tratta - su scala nazionale - di un finanziamento di 54,6 milioni di euro del quale, nel percorso di conversione decreto legge a legge, si sta lavorando nelle commissioni per prorogare la possibilità di spesa fino alle fine di aprile.
Il problema è, accusano i genitori, che lo sforzo fatto dai ministeri del Lavoro e dell’Istruzione è andato nella sola direzione di risolvere il problema dell’occupazione ma non quello dell’igiene e della sorveglianza delle scuole. Gli avvocati del comitato, Barbara Favarin e Michele Surace si muoveranno ora inviando una diffida al Miur tesa ad accertare la mancata corrispondenza tra lo stanziamento dei fondi e i livelli minimi di pulizia. Una strada quest’ultima preferita all’impugnazione delle delibere di bilancio degli istituti per contestare - a monte, nei provvedimenti del governo - l'insufficienza delle risorse stanziate per la pulizia e il controllo delle scuole.
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