Rino Dondi Pinton fu uno dei creatori del Cynar

"Contro il logorio della vita moderna". E fu rivoluzione

PADOVA. "Quello che è successo ieri mattina non me lo ricordo mica tanto bene, ma ciò che è accaduto 70 o 80 anni fa ce l’ho ancora perfettamente in testa». La lunga vita di Rino Dondi Pinton, 97 anni portati magnificame, residente a Padova, è di fatto un romanzo che ha attraversato l’Italia, partendo dalla seconda guerra mondiale e arrivando fino ai giorni nostri. Ma che soprattutto ha contribuito a mutare le abitudini di un’intera società che nei primi anni ’50 si affacciava alla normalità dopo i disastri della guerra.

Rino Dondi Pinton
Rino Dondi Pinton

“Contro il logorio della vita moderna” è stato uno slogan entrato nella memoria collettiva della società italiana di allora e che ancora adesso si fa ricordare. Ebbene, Dondi Pinton è colui che, da responsabile di produzione della distilleria padovana dell’Arcella G.B. Pezziol, è passato alla storia come l’inventore della formula del Cynar. 
imprenditore visionario
Certo, dietro a quella invenzione c’erano le visionarie direttive dell’imprenditore veneziano Angelo Dalle Molle, che nel 1935 aveva acquistato con i fratelli Amedeo e Mario la distilleria Pezziol dopo il fallimento, ma anche la frenetica Italia del boom economico degli anni ’50 e ’60, che forse non sarebbe stata la stessa senza la passione di distillatore di Dondi Pinton e soprattutto senza la sua preziosa “creatura”, il primo rivoluzionario amaro-aperitivo al gusto di carciofo. 
 
 
novità
«Eravamo appena usciti dal Fascismo e dalla seconda guerra mondiale e gli italiani in quel momento avevano un forte bisogno di novità», inizia a raccontare Dondi Pinton. «Ad Angelo Dalle Molle e ai suoi fratelli venne in mente l’idea di un aperitivo a base di carciofo. A quei tempi le medicine erano quelle che erano e il liquore svolgeva un ruolo anche salutare: ad esempio lo zabaione Vov che producevamo alla Pezziol serviva da ricostituente, e per far crescere quest’idea del liquore salutare che non facesse male al fegato si è pensato al carciofo, una pianta che per definizione fa bene alla salute». 
 
 
La distilleria
 
E Rino Dondi Pinton nella distilleria Pezziol praticamente ci è cresciuto fin da quando era bambino: «Sono nato nella casa di fianco e lì ci lavorava mio padre. Quando nel ‘38 ho compiuto 17 anni ci sono entrato anch’io restandoci fino al ‘40 quando sono stato assunto per un breve periodo dalle Ferrovie dello Stato come aiuto macchinista alla guida delle locomotive. Nel maggio del ’41 fui chiamato in guerra, andai a finire in Sicilia: avendo la patente mi assegnarono il compito dei trasporti, mi ricordo ancora tutte le tratte e le località siciliane in cui mi muovevo. Il 10 luglio del ‘43 c’è stato lo sbarco degli americani in Sicilia e sono diventato un loro prigioniero, mi ammalai di malaria e rimasi ricoverato all’ospedale di Palermo per alcuni mesi. Successivamente ci trasportarono in una base americana in Algeria dove divenni autista di ambulanze e poi ci riportarono a Napoli dove svolsi lo stesso ruolo nelle città distrutte dalla guerra, questo fino al ’46, quando finalmente tornai a Padova». 
 
 
Seconda vita
 
E lì cominciò la sua seconda vita: «L’anno dopo presi il posto di mio padre alla Pezziol, con i titolari che riposero su di me molta fiducia. Ad Angelo Dalle Molle venne in mente nel ‘48 l’idea del liquore al carciofo, ci lavorammo per due anni per perfezionarlo e il 12 aprile 1950 ne iniziò ufficialmente la diffusione in tutti i bar». Iniziò così un’epopea irresistibile con la crescita senza limiti del marchio Cynar prima in tutta Italia e poi in tutta Europa, con la sede amministrativa che nel frattempo da Padova si spostò a Milano, la città italiana più internazionale.
 
Campagna pubblicitaria super
 
«Il segreto fu realizzare una campagna pubblicitaria rivoluzionaria», ammette Dondi Pinton riferendosi agli onnipresenti cartelloni con il nome Cynar e ai celebri spot televisivi di Ernesto Calindri, quelli “contro il logorio della vita moderna” e di lui seduto al tavolino in mezzo al traffico milanese. «La richiesta iniziale dal mercato andò oltre ogni attesa e per questo si lavorava giorno e notte, il Cynar divenne il simbolo di tutti perché era un aperitivo a diffusione popolare che grazie anche ad un’innovativa organizzazione commerciale entrò presto in concorrenza con il Campari, il più qualificato degli aperitivi.
Presto ci espandemmo anche all’estero, prima Svizzera e poi Francia, Spagna, Belgio e ovunque. Io ero il braccio destro dei Dalle Molle e per questo mandarono me in giro a guidare le nuove aperture. Prendere un aereo a quei tempi era molto meno frequente rispetto ad oggi, e le prime volte facevo testamento ogni volta che dovevo partire». 
 
Espansione globale
 
Ma una volta conquistata l’Europa l’espansione non si fermò: «Arrivò poi il Sudamerica, la prima tappa fu il Brasile perché avevamo scoperto un concorrente che ci aveva copiato la formula del Cynar e allora abbiamo acquistato la fabbrica e abbiamo iniziato a produrlo anche lì. Fate conto che sul grattacielo più alto di San Paolo del Brasile una volta c’era la stella della Mercedes, poi è stata sostituita con la scritta del Cynar. Sbarcammo infine anche in Giappone e in Jugoslavia, alla continua ricerca di nuovi mondi e nuovi mercati. E io sempre a viaggiare su un aereo...». 
 
Nuova avventura
 
Tutto questo fino al 1965, quando Rino Dondi Pinton, pur continuando a collaborare con i fratelli Dalle Molle, aprì in proprio la distilleria Sipla di Campodarsego, oggi gestita dai nipoti, che produce ancora tra gli altri liquori anche il Chinol, inventato nel 1921 dal padre dei fratelli Dalle Molle. Ad oggi il Cynar è di proprietà della Campari e lo ritroviamo ancora al bar, negli scaffali dei negozi e nelle credenze delle famiglie, nonostante gli anni ruggenti del grande successo siano ormai andati.

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