Rimpasto, critiche in Consiglio Attacco a Orsoni che tira dritto

Il sindaco rilancia: «Abbiamo cercato di rinforzare la squadra puntando su cultura, lavoro e famiglia» Boraso non ci sta: «La maggioranza eletta non esiste più». Malumori tra i socialisti. Fortuna scontento

Maggioranza ridotta al minimo. Critiche pesanti dalle opposizioni. Ma il sindaco Giorgio Orsoni tira dritto. «Dobbiamo essere orgogliosi della nostra città», dice, a conclusione del dibattito sul rimpasto e la situazione politica, «anche la minoranza dovrebbe esserlo. Perché siamo all’avanguardia in molti settori, nonostante le difficoltà di bilancio e i tagli dei fondi del governo». Il sindaco ha alla fine ribadito i due punti che hanno portato al cambio delle deleghe.

«Priorità di questi due anni saranno la cultura e il turismo, risorsa che dobbiamo controllare e sfruttare, e il lavoro, con particolare attenzione al rilancio di Porto Marghera». Da qui, ha concluso il sindaco, è nato il progetto di cambiare i due assessori tecnici, rimescolando le deleghe. Tesi sostenuta dal capogruppo del Pd Claudio Borghello.

«In vista della conclusione del mandato», ha detto in aula, «abbiamo cercato di rinforzare la squadra puntando sui punti più qualificanti del programma: la cultura, il lavoro, la famiglia». Scenario contestato da Renato Boraso (civica, ex Pdl). «La maggioranza che ha eletto Orsoni non esiste più», ha detto, «i socialisti sono sull’Aventino, metà gruppo di Italia di Valori se n’è andato. Il sindaco spieghi se ha ancora una maggioranza». Segnali di critica sono arrivati ieri dal Psi. Il capogruppo Luigi Giordani ha ribadito la scelta dei consiglieri del Garofano. «Valuteremo volta per volta se votare i provvedimenti della giunta», ha detto Giordani. Che accusa il sindaco di «non aver tenuto in adeguato conto la rappresentanza dei socialisti». Malumori anche nell’Udc. «Non va bene così», tuona l’ex procuratore Ennio Fortuna, «io quasi quasi quasi mi iscrivo al Gruppo Misto».

Gruppo Misto composto oggi di tre consiglieri (l’ex Pd Renzo Scarpa, gli ex Italia dei Valori Nicola Funari e Valerio Lastrucci. «Lo scenario è cambiato dal 2010, anno dell’elezione di Orsoni», dice Funari, «bisogna tener conto della crisi e anche del fatto che due partiti come Idv e Udc sono quasi scomparsi».

Numeri ridotti, e la maggioranza spesso non c’è, come il numero legale. Beppe Caccia (In Comune) dà in diretta la notizia dell’avvenuta elezione del nuovo sindaco di Treviso. «Adesso cari colleghi dell’opposizione, sei capoluoghi di regione su sette sono governati dal centrosinistra. Ci sarà un motivo. Anche nelle ultime elezioni i veneziani hanno deciso di dare la loto fiducia al centrosinistra. Adesso occorre rilanciare il governo della città sulla base di alcuni punti fermi. Cominciando dal riprenderci la sovranità sui nostri territori e le nostre acque». Si conclude dunque – senza voto di fiducia, il regolamento non lo prevede – la vicenda del rimpasto di giunta. Che ha visto alla fine la mancata riduzione degli assessori e le nuove deleghe affidate ad assesori del Pd. Ieri sera intanto il Consiglio comunale ha approvato l’ordine del giorno sul commercio abusivo già discusso l’altra volta e proposto da Marco Zuanich (Udc).(a.v.)

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