Rimosso striscione per Regeni Il sindaco: era indecoroso

Il centrosinistra insorge: «Vergogna, va rimesso». Il primo cittadino: era scolorito e sgualcito, se ce ne sarà uno nuovo, troveremo un luogo alternativo per esporlo 

MOGLIANO. Rimosso dal parapetto del municipio lo striscione della campagna di Amnesty International: “Verità per Giulio Regeni”. Il centro sinistra insorge: «Vergogna» dichiara l’ex vicesindaco Daniele Ceschin.

Anche i social ribolliscono di sdegno per il gesto della nuova amministrazione leghista. Motivazione ufficiale: «Era scolorito e sgualcito» commenta il sindaco Davide Bortolato «l’ho considerato indecoroso per la facciata del nostra casa municipale».

Quello di Mogliano non è un caso isolato. La vicenda, infatti, emerge proprio mentre infuriano le polemiche per l’analogo gesto compiuto dal governatore del Friuli Venezia Giulia (Regeni era originario della provincia di Udine) e per simili iniziative in molti comuni del centro destra: da Sassuolo fino a Ferrara, dove il Carroccio ha addirittura festeggiato la vittoria coprendo lo striscione giallo per Regeni con il proprio vessillo di Alberto da Giussano.

Se si aggiunge la posizione del ministro Matteo Salvini, che proprio un anno fa derubricava la lotta dei genitori del ricercatore friulano a una questione privata sostenendo che per l’Italia fosse «fondamentale avere buone relazioni con paese importante come l’Egitto», allora la rimozione di quel messaggio (“Verità per Giulio Regeni”) dalla facciata del municipio, in questo caso quello di Mogliano, può apparire quasi come un ordine di scuderia.

Peccato però che tre anni fa, lo stesso Davide Bortolato, in consiglio comunale, avesse votato a favore della mozione con la quale il comune di Mogliano aderiva alla campagna promossa da Amnesty International.

«Tre anni fa ho votato a favore di questa battaglia di giustizia e rimango della stessa posizione» commenta il neo sindaco Davide Bortolato «ma ci tengo al decoro del nostro municipio e quella mozione non vincolava espressamente alla presenza dello striscione. Se ce ne sarà uno nuovo, troveremo un luogo alternativo dove esporlo. È una questione di decoro, ho intenzione di far rimuovere anche quello della Fiab».

La mozione di tre anni fa, era stata presentata da tre giovani consiglieri, quasi “coetanei” di Regeni: Jacopo Gerini, Dario Campigotto e Giacomo Nilandi: «Quello striscione» commenta proprio Nilandi «non è un atto politico, ma una presa di posizione bipartisan di tutta la nostra comunità per i diritti umani, violati nel caso del nostro concittadino torturato e barbaramente ucciso tre anni fa. Voglio sperare che Bortolato sia veramente il sindaco di tutti e che si tratti semplicemente di riappenderne uno nuovo visto che il precedente si era scolorito. Non vorrei infatti che già così dimostrasse quanto conta la Lega, con le sue posizioni nazionali, negli equilibri di questa nuova maggioranza, Lega che anche in Friuli Venezia Giulia con il presidente Fedriga ha fatto mancare l’appoggio a questa importantissima battaglia, alla quale d’altronde anche il governo di cui fa parte sta dando prova di scarsissimo interesse». Insomma, le polemiche sono tutt’altro che destinate a placarsi.—

Matteo Marcon

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