Rimborsi gonfiati, licenziata Antonella Trevisan

La manager avrebbe chiesto indebitamente ottomila euro in più del dovuto alla Burgo Group per cui lavorava come responsabile del personale in uno stabilimento.  È candidata sindaco del centrodestra 

MIRA. Licenziata nel 2013 perché avrebbe chiesto indebitamente oltre 8 mila euro di rimborsi: la vicenda finisce in tribunale. Protagonista del caso è Antonella Trevisan, candidato sindaco per il centrodestra a Mira alle elezioni di domenica 11 giugno. Giovedì mattina, davanti al giudice civile Paolo Talamo in Tribunale a Vicenza, si è svolta un’udienza del procedimento in cui l’ex datore di lavoro, la società Burgo Group spa, la più grande cartiera del sud Europa con sede ad Altavilla Vicentina, (avvocato Claudio Damoli), ha impugnato la sentenza che in prima battuta sulla questione del licenziamento aveva dato ragione a Trevisan (avvocato Luciano Gazzola).

Al centro della battaglia giudiziaria, il licenziamento deciso dalla Burgo nei confronti di Trevisan, allora responsabile del personale degli stabilimenti di Villorba (Treviso) e Chiampo (Vicenza), assunta nel 2012 con un contratto a tempo determinato di 3 anni. Il provvedimento risale all’8 agosto 2013, anticipato il 31 luglio 2013 da una contestazione disciplinare con sospensione cautelativa dall’attività lavorativa, che Trevisan aveva ricevuto il 31 agosto 2013, nella stessa data in cui le era stato notificato il licenziamento.

La Burgo Spa aveva contestato alla dipendente gravi irregolarità sia sulla richiesta di rimborso delle spese del Telepass personale (1. 916 euro), che secondo l’azienda non erano autorizzate, sia nelle richieste dei rimborsi chilometrici. Trevisan infatti si era accordata con l’azienda per un rimborso chilometrico complessivo di 2.400 euro annui per gli spostamenti tra lo stabilimento di Chiampo e quello di Villorba.
Secondo l’azienda, invece, Trevisan aveva chiesto per 12 mesi – tra maggio 2012 e aprile 2013 – rimborsi chilometrici per 9.124 euro, di cui 5.604 nel 2012 e 4.268 nel 2013. Ma il rimborso massimo consentito, così come da accordo, era di 2.400 euro. Trevisan avrebbe dunque richiesto un rimborso chilometrico non dovuto di 6.724 euro.

Contro il licenziamento, Trevisan aveva presentato ricorso. La donna, attraverso le memorie difensive, aveva spiegato che intorno a lei si era creato un clima ostile e che di fatto il licenziamento era da addebitarsi ai troppi giorni di assenza collegati ai postumi di un incidente stradale molto grave in cui era stata coinvolta qualche mese prima.

Così la manager aveva presentato ricorso contro il licenziamento. Istanza, questa, che era stata accolta dal giudice del Tribunale di Vicenza Daniela Migliorati, secondo cui il licenziamento di Trevisan era viziato dal punto di vista procedurale, in particolare per quanto riguarda un difetto di comunicazione.

Contro la decisione del giudice, la Burgo Spa ha presentato ricorso che è oggetto del procedimento in corso. Nel corso di un’udienza precedente, il giudice aveva ammesso le prove e i testimoni. Giovedì in aula sono stati sentiti i primi tre testimoni.

Per approfondire la questione, il giudice ha chiesto alle società autostradali di fornire le registrazioni dei passaggi ai Telepass in modo da capire, con l’ausilio dei periti, la veridicità dei fatti contestati alla donna. Intanto si apprende che Trevisan nei mesi scorsi aveva respinto una ipotesi conciliativa inoltrata dall’azienda, rilanciando con una controproposta ritenuta inaccettabile dalla Burgo Spa.

Il giudice Paolo Talamo ha anche acquisito i dati previdenziali Inps dai quali si evince che alcuni precedenti rapporti di lavoro della Trevisan, anche a termine, si erano interrotti prima della scadenza naturale del contratto e in un caso durante il periodo di prova.

La Burgo Spa ha inoltre contestato alla Trevisan la consegna, all’atto dell’assunzione, di un curriculum vitae con informazioni non corrispondenti al vero. Il giudice ha rinviato l’udienza al 14 settembre per proseguire con l’audizione dei testimoni.


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