Rifugiati, il Comune punta sullo Sprar

La giunta sta per completare il Sistema di protezione richiedenti asilo per gestirli direttamente
CHIOGGIA. «Una veloce attuazione dello Sprar, Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, per mettere ordine nell’accoglienza». Dopo gli episodi dei giorni scorsi, con il pestaggio di un rifugiato ubriaco e le tensioni a Brondolo per l’arrivo di nuovi profughi, giunta e gruppo consiliare Cinque stelle puntano sullo Sprar in modo che sia il Comune, e non rapporti diretti tra privati e prefetto, a gestire il fenomeno degli arrivi e dell’integrazione.


Nelle ultime settimane il tema è stato al centro di dibattiti politici, cortei e purtroppo anche di episodi di violenza.


A Brondolo i residenti non accettano che arrivino altri migranti dopo i quaranta già sistemati negli appartamenti in via Papa Giovanni XXIII. A Sottomarina, sabato scorso, un rifugiato del Gambia è stato pestato da un chioggiotto e lasciato a terra sanguinante nell’indifferenza di tutti.


«La questione immigrazione non è semplice», spiegano i consiglieri Cinque stelle, «dietro questo tema si intrecciano storie, condizioni, necessità sia dell’ospite, sia dell’ospitante che a volte possono portare a episodi di intolleranza indiscriminata, come nel caso del pestaggio. Abbiamo un governo che scarica sul territorio le responsabilità di un fenomeno che andrebbe gestito a livello europeo e enti che non fanno altro che ammassare per anni in centri di accoglienza persone che restano in un limbo non sapendo cosa ne sarà di loro. Assistiamo a una caccia alle streghe dei partiti di estrema destra che, all’urlo di “stop invasione”, puntano il dito contro la vittima e non contro chi se ne approfitta».


Mesi fa il Consiglio ha approvato l’adesione allo Sprar e ora si sta per renderla operativa. «Bisogna ragionare sul problema con cognizione di causa», sostiene l’assessore al sociale, Patrizia Trapella, «con soluzioni mirate e concrete, per questo stiamo insistendo perché anche a Chioggia arrivi lo Sprar e il Comune possa avere voce in capitolo, ridurre il numero di ospiti e soprattutto, integrarli. Con lo Sprar, alternativo ai centri di accoglienza classici e finalizzato a un’integrazione reale, episodi come quelli di qualche giorno fa non sarebbero sicuramente passati inosservati ai presenti».


«La giunta non si è mai nascosta», spiega il capogruppo M5S, Paolo Bonfà, «anzi è in prima linea perché venga garantita la sicurezza e il quieto vivere sia dei profughi, sia dei residenti. Vogliamo colpire chi vuol fare profitto sulle vite altrui, chi si dimostra intollerante e chi, tra gli immigrati, sbaglia».


Elisabetta Boscolo Anzoletti


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