Rifondazione espelle i veneziani Pettenò, Bonzio e Cardazzo

Processo lampo e sentenza del Collegio di garanzia firmata da Gianluca Schiavon: «Appoggiano la Moretti e non seguono la linea del partito». Gli interessati: «È la degenerazione della politica»
Di Alberto Vitucci
CAIAFFA MESTRE 18/01/2009 via Poerio centro Le Grazie assemblea rifondazione comunista ,elezione nuovo segretario regionale Renato Cardazzo © Light Image- Bertolin
CAIAFFA MESTRE 18/01/2009 via Poerio centro Le Grazie assemblea rifondazione comunista ,elezione nuovo segretario regionale Renato Cardazzo © Light Image- Bertolin

Espulsi con effetto immediato. Rifondazione si spacca e mette alla porta l’intero gruppo dirigente veneziano, «reo» di essere troppo morbido con la candidatura Moretti in Regione e di cercare alleanze a sinistra.

Un processo lampo durato quattro giorni. Poi ieri mattina la sentenza, senza nemmeno aver valutato la linea difensiva dei tre «imputati», recapitata da Roma via mail al consigliere regionale Pietrangelo Pettenò, all’ex capogruppo in Comune Sebastiano Bonzio e al segretario provinciale Renato Cardazzo. «Provvedimento inevitabile e molto doloroso», scrive il presidente del Collegio nazionale di Garanzia – veneziano anche lui – Gianluca Schiavon. «È la degenerazione totale della politica», commenta con amarezza Bonzio, da anni impegnato in comune il fronte del sociale e della lotta alle grandi opere, «il Politburo ha deciso. Ma se pensano di fermarci si sbagliano. Il partito comunista ha fatto fuori dissidenti ben più importanti del sottoscritto....» Il capo d’accusa è quello di non aver «obbedito al partito nazionale di Ferrero e a quello regionale guidato da Paolo Benvegnù, che ha deciso di andare da solo alle elezioni con un proprio candidato, Laura di Lucia Coletti. «Follìa» secondo i dissidenti. Che assicurano di avere dalla loro la quasi totalità del partito veneziano. «Per una volta che pare possibile sconfiggere la Lega dobbiamo andare da soli? Che senso ha?».

Ma il dispositivo della sentenza non lascia spazio a dubbi. «Esperiti una serie di tentativi di raggiungere i tre compagni via telefono in data odierna anche da diversi apparecchi», scrive su carta intestata di Rifondazione Gianluca Schiavon, «il collegio ritiene che Cardazzo, Pettenò e Schiavon abbiano creato un grave pregiudizio al partito costituendo una lista elettorale diversa». Lista che, assicurano gli espulsi, sarà presentata in ogni caso. In Regione, a sostegno della candidatura di Alessandra Moretti. E in Comune, a sostegno di Felice Casson. «Il lavoro che abbiamo fatto in questi anni», dice Bonzio, «è sotto gli occhi di tutti. I veneziani lo sanno. Tra l’altro, hanno espulso uno come me che quest’anno non aveva ancora rinnovato la tessera...» La guerra delle liste vede schierati su fronti contrapposti il partito veneto e il partito veneziano. I veneti contano sull’appoggio di Paolo Cacciari, vicesindaco negli anni Ottanta e assessore all’Ambiente della giunta Costa, dal 2000 al 2005, e di Michele Boato, ex assessore regionale e fondatore dell’Ecoistituto. Ma anche di una parte del movimento «Venezia cambia». Bonzio e Pettenò, con la maggioranza del partito veneziano, puntano a una loro lista per la Regione («Veneto Nuovo») e per il comune a un’alleanza vasta della sinistra, con le associazioni e il Pdci.

Fatto sta che a pochi giorni dalla presentazione delle liste, dopo la Lega, Forza Italia e Udc si è consumata la frattura nel partito di Rifondazione. Il segretario Ferrero ha scelto di stare con il partito veneto, pur se i dissidenti veneziani hanno sempre portato negli ultimi anni risultati superiori alla media nazionale e veneta. Antipatìe e diversità di vedute, insieme al vizio storico della sinistra di dividersi. A chi dare ragione lo decideranno il 31 maggio gli elettori veneziani.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia