Rifiuti speciali, Tra.sca.de nei guai

Il gestore della ditta di Oriago condannato a due anni e quattro mesi

ORIAGO. Rifiuti speciali riclassificati come non pericolosi e smaltiti in modo improprio, in impianti non autorizzati o non idonei: così i costi si abbattevano drasticamente e i guadagni aumentavano.

Questo il quadro dell’Operazione Cagliostro» che i carabinieri del Noe istruirono nel 2004 seguendo i rifiuti dalla Eco Arena di Verona - considerata la stazione di partenza - fino a diverse destinazioni finali, compresa la Tra.Sca.De. srl di Oriago di Mira e un’azienda di Rovigo, la Pps Ambiente.

Ora il processo si è chiuso, con una serie di condanne, con le quali i giudici del Tribunale di Venezia hanno sostanzialmente accolto le richieste del pubblico ministero Stefano Buccini.

I giudici del Tribunale di Venezia hanno condannato a tre anni e due mesi Maurizio Centenara, gestore della Eco Arena di Verona; due anni e mezzo per Savino Basta, responsabile del piano di controllo della Eco Arena; due anni e mezzo anche per Giuseppe Tognari, intermediario dei rifiuti; due anni e quattro mesi di reclusione per Alessandro Patruzzo e Marco Morganti, gestori di due società di intermediazione dei rifiuti.

Sempre due anni e quattro mesi la condanna per Adriano Bergamo, 54 anni, di Tessera socio e gestore della Tra.Sca.De di Oriago e per Umbertino Sitta, 66 anni, di Trecenta (Rovigo), legale rappresentante della Pps Ambiente.

Il Tribunale ha deciso anche che gli imputati debbano versare una provvisionale complessiva di 43 mila euro, quale anticipo del risarcimento danni (da stabilirsi in sede civile) per le bonifiche dei siti inquinati a favore delle parti civili: i Comuni di Mira e Adria, le Province di Venezia, Rovigo e Ferrara e l’associazione ambientalista Wwf.

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