Rifiuti e degrado: l’ex fornace Cavasin rifugio di sbandati
SPINEA. Sacchetti, bottiglie, rifiuti. E poi cellulari. Cover, Nokia scassati, caricabatterie in disuso, pile marce. E ancora biciclette. Ruote. Pezzi. Ricambi. Ma soprattutto bombole del gas che rischiano di scoppiare. È il covo dei nuovi ospiti della vecchia Fornace Cavasin che da settembre occupano la struttura. Da fuori sembra di non vedere niente. Solo un vecchio, anche bello, rudere abbandonato. Con le liane che salgono le pareti, gli infissi defenestrati e i mattoni che spuntano scheggiati.
Ma se ci si addentra in quel vecchio rudere, c’è un’altra piccola struttura sempre sullo stesso terreno, che volge di spalle alla strada, la via Asseggiano, che è stata occupata da abusivi. Qui bivaccano. Dormono. Mangiano. Vivono. Con le case attorno. Con i residenti che protestano. Con la proprietà che vede e con il Comune che non interviene.
La “denuncia” è scattata ieri mattina da alcuni residenti, ormai stanchi. Hanno fotografato e inviato il materiale a un blog locale.
Una struttura, la vecchia Fornace Cavasin, che da oltre vent’anni è in stato di abbandono. Varie proposte sono passate per ridare una forma e un senso a quella ex fornace ma ad oggi è stato solo il covo di abusivi. E nel 2015 di writers. Anche oggi non mancano i ragazzini che ci vanno a giocare. Perché è facile. Basta aggirare la struttura dal retro e si è dentro o basta avvalersi della rete tagliata sul davanti, dove viene spontaneo anche chiedere “permesso”. Se poi si accede alla struttura più piccola di mattoni e si va ai piani superiori si vedono anche bombole a gas che probabilmente gli ospiti usano per cucinare e anche per scaldarsi, visto che ci hanno passato l’invernata.
A cavalcare l’onda è il consigliere del gruppo misto di Spinea, Mauro Armelao. «Non è la prima volta che l’ex fornace viene occupata abusivamente da qualche individuo», dice. Lui aveva proposto di farci una scuola. I cittadini chiedono anche una biblioteca. «Qui il sindaco», incalza Armelao, «essendo autorità di pubblica sicurezza e responsabile in materia di salute pubblica, ha l’obbligo di intervenire affinché il proprietario metta in sicurezza lo stabile: murare porte e finestre, chiudere gli accessi».
Richieste che giungono anche dai residenti. Ormai impotenti. «Il sindaco Checchin», conclude Armelao, «dovrebbe aumentare la vigilanza e chiedere la collaborazione delle forze dell’ordine».
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