Rifiuti, 10 comuni ricicloni tutti gli altri sono bocciati
L’obiettivo per essere dichiarati “free” è stato raggiunto solo nei paesi più piccoli Ma nel capoluogo e nelle località della costa pesa il fardello del turismo di massa
Serve scorrere la classifica regionale 2017 dei Comuni ricicloni stilata da Legambiente Veneto fino alla posizione numero 98 per trovare il primo Comune veneziano. Il primato, al pari del 2016, è di Ceggia, fiore all’occhiello della provincia ma certo non in assoluto, visto peraltro che lo scorso anno occupava la 75esima posizione. La raccolta differenziata nel piccolo Comune del Sandonatese è all’81,4%, con una produzione di rifiuto secco pari a 48,2 chili per abitante all’anno. Venezia è al 560° posto su 576; Jesolo, fanalino di coda dei Comuni della provincia, al 571°, preceduto al 569° da Caorle e al 567° da San Michele al Tagliamento. È quindi un Veneziano con ampi margini di miglioramento quello che emerge dal “Dossier Comuni ricicloni di Veneto 2017”, lo studio di Legambiente (con dati 2016 dell’Osservatorio rifiuti di Arpav) sullo stato della raccolta dei rifiuti urbani nella nostra regione, cartina al tornasole degli sforzi e della capacità del Veneto di mantenere la leadership in Italia nella raccolta differenziata.
Gli obiettivi.
Quasi tutti i Comuni veneziani raggiungono il 65% di raccolta differenziata fissato dalla legge, ma resta comunque molto da fare per ridurre la produzione di rifiuto secco residuo che va conferito in discarica. Un dato su tutti: a Castelcucco, sui colli asolani, primo Comune riciclone del Veneto con l’88,9%, la produzione di secco per abitante è di 20,4 chili all’anno. Meno di un decimo di quanto succede a Venezia: 244,3 chili. A pesare sui risultati della nostra provincia ci sono i milioni di turisti che invadono il centro storico e il litorale, con tutti i problemi legati ai modelli di raccolta differenziata che non vengono seguiti alla lettera e con una produzione di rifiuti abnorme.
“Rifiuti Free”.
Solo dieci Comuni veneziani su 44 centrano l’obiettivo “Rifiuti Free”, ovvero una produzione di rifiuto secco per abitante all’anno minore di 75 chili, il che tradotto significa una grandissima capacità di riciclare e riutilizzare. Sono Ceggia (48,2 chili), Cinto (60,5), Campolongo (62,8), Spinea (64,4), Camponogara (68,1), Salzano (68,9), Campagna Lupia (70), Teglio Veneto (70), San Stino (73,5) e Annone (74,6), che rientrano in una speciale classifica con 219 Comuni virtuosi. «Un traguardo importante ma con evidenti ampi margini di miglioramento», dicono da Legambiente, «Per questo abbiamo bisogno di amministrazioni all’avanguardia, cittadini virtuosi e imprese attente e sostenibili».
Il Veneto.
La regione si conferma virtuosa nella gestione dei rifiuti urbani, raggiungendo nel 2016 il 67,1% di raccolta differenziata che corrisponde a oltre 1,6 milioni di tonnellate di rifiuti raccolti in modo differenziato. Rispetto all’anno scorso si registra una ulteriore riduzione del 2% del rifiuto destinato a smaltimento, nonostante un aumento del 9% della produzione totale. La produzione pro capite, invece, si attesta a 456 chili per abitante all’anno, ovvero una produzione giornaliera di soli 1,25 chili, uno dei valori più bassi a livello nazionale nonostante il Veneto abbia un prodotto interno lordo elevato e oltre 65 milioni di presenze turistiche. Spiega Legambiente nel dossier che «Le ragioni di questo successo nazionale vanno ricercate nel sistema di raccolta domiciliare porta a porta che è risultato responsabilizzare i cittadini, oltre che nel sistema di tariffa puntuale del servizio per cui chi più produce, più paga». Un sistema vincente che si declina, prosegue Legambiente, «con la capillare diffusione della raccolta separata della frazione organica, la raccolta domiciliare anche delle frazioni secche riciclabili quali carta, vetro, plastica (porta a porta spinto), lo sviluppo dell’industria del riciclo, i numerosi centri di raccolta diffusi nel territorio, il compostaggio domestico e la capillare informazione dei cittadini».
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