Riecco il vincolo sul palazzo delle ex Poste

I consiglieri regionali del Pd «Abbiamo un emendamento per sanare quel grosso errore Era già stato tolto dalla giunta  nel 2015 ma poi ritorna»
Foto Agenzia Candussi - CHIARIN- MESTRE VIALE STAZIONE -MESTRE VEDUTE EX PALAZZO POSTE TRANSENNATO PER CEDIMENTO
Foto Agenzia Candussi - CHIARIN- MESTRE VIALE STAZIONE -MESTRE VEDUTE EX PALAZZO POSTE TRANSENNATO PER CEDIMENTO

«È incredibile come l’ex Palazzo delle Poste a Mestre sia ancora inserito tra i beni da tutelare, nonostante una delibera di giunta dica l’opposto. È una struttura in assoluto degrado e vicina all’abbattimento».

Il palazzo Ex Poste in stazione a Mestre è destinato a demolizione, per diventare una delle due torri albergo previste dall’accordo di programma sulla stazione. Ma, hanno scoperto i consiglieri regionali del Partito democratico Bruno Pigozzo e Francesca Zottis, la Regione ha riproposto una tutela per quell’esempio di architettura brutalista. «Abbiamo presentato noi un emendamento per rimediare», segnalano o due politici. La vicenda è presto spiegata: in Regione è in corso la discussione sul Piano territoriale regionale di coordinamento (Ptrc), lo strumento regionale di governo del territorio, nella versione 2020. «Il Ptrc in approvazione prevede un elenco di edifici di valore storico definiti Architetture del Novecento inseriti nel “Documento per la valorizzazione del paesaggio veneto”: per questi è esclusa la demolizione se non in casi eccezionali », spiegano i consiglieri regionali Pd.

Nell’elenco che forniscono ecco, di nuovo, il palazzo dell’ex Poste di viale Stazione, acquisito dalla società di Michael Kluge che lo ha comperato dalla immobiliare Favretti per l’operazione delle due torri albergo da 100 metri con affaccio al binario uno della stazione (la seconda coinvolge Sistemi Urbani di Ferrovie). Se è vero che il vincolo esiste ancora, quell’immobile non si abbatte e un pezzo di piano voluto da Brugnaro si inceppa del tutto. «Ma l’ex Palazzo delle Poste era già stato escluso con una delibera di Giunta del 28 settembre 2015, con una variante ad hoc. Possibile che la mano destra non sappia ciò che scrive la sinistra? Un’esclusione», dicono Pigozzo e Zottis, «fatta in fretta e furia per dar seguito all’Accordo di programma della stazione di Mestre, di cui peraltro non si trova traccia negli elenchi ufficiali, in un primo tempo bloccato proprio da quel vincolo architettonico. È incredibile come il Ptrc da una parte non garantisca la tutela di aree di pregio, consentendo interventi impattanti, dall’altra mantenga dei vincoli su un edificio cadente e in procinto di essere demolito», denunciano. —

Mitia Chiarin

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