Ricorso vinto sui voucher, Cgil all’attacco
JESOLO. «Apprendiamo con preoccupazione l'accoglimento dei ricorsi contro le sanzioni comminate dall'Inps nei confronti dell'utilizzo selvaggio dei cosiddetti voucher».
Dura presa di posizione della Cgil con il segretario Enrico Piron, mentre l'Aja festeggia per il ricorso vinto sull'utilizzo dei voucher. Secondo il sindacato sono strumenti di pagamento che sostanzialmente consentono di evitare rapporti di lavoro subordinato. «Senza un contratto infatti», dice Piron, «non sono regolati gli orari, i diritti e i doveri, il salario, le ferie, i riposi, il Tfr e via elencando. È proprio nella definizione stessa di lavoro accessorio che trova piena ragione l'attività ispettiva svolta dall'Inps nelle strutture alberghiere di Jesolo. All'Inps esprimiamo il nostro pieno sostegno. Le finalità del lavoro accessorio erano in origine orientate a regolamentare le attività occasionali svolte al di fuori della legalità. Si sta verificando invece il contrario, si sta slittando verso l'incentivazione dell'irregolarità. I dati statistici confermano il dilagare dell'utilizzo dei voucher», aggiunge il sindacalista, «questo testimonia la precisa volontà di incrementare il profitto attraverso forme incontrollate di lavoro. Lo strumento, che era nato per far emergere il lavoro nero, sta invece diventando la principale modalità delle prestazioni lavorative e rischia di diventare addirittura la caratteristica del nostro territorio. Questo impedisce non solo lo sviluppo di una contrattazione corretta ma indebolisce alla radice il futuro stesso dei lavoratori che, senza un contratto, si vedranno alleggerire il profilo pensionistico precludendo un accesso dignitoso all'invecchiamento». Il sindacato teme dunque disordini nella futura organizzazione del lavoro stagionale. «La Cgil», conclude il segretario della camera del lavoro metropolitana, «si è resa disponibile fin dall'inizio alla discussione sulle nuove regole del mercato del lavoro. Ma respinge fermamente quelle forme di lavoro, precarie e profondamente inique, che pongono l'imprenditore in posizione assolutamente privilegiata nei confronti dei lavoratori che possono essere oggetto di ricatto e comunque messi in una condizione di debolezza contributiva. Che verrà pagata al momento di andare in pensione, senza una copertura previdenziale adeguata. A questo». conclude, «si aggiunge la pesante riforma degli ammortizzatori sociali e il sostanziale dimezzamento del sussidio di disoccupazione per i lavoratori stagionali». (g.ca.)
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