Ricorso sugli orari delle slot polemica con la comunità cinese

A Mira una società gestita da cinesi si oppone alle limitazioni d’uso delle macchinette mangiasoldi Il sindaco: «Devo difendere la mia gente». M5S e Lega: «Questi non vogliono integrarsi con noi»
Di Alessandro Abbadir

MIRA. Il Comune di Mira fa una ordinanza per limitare l’uso delle macchinette mangiasoldi ma una attività commerciale gestita da cinesi fa ricorso. Il Comune però non si piega e ordina al suo legale di resistere.

Scoppia la protesta da parte della politica. Per M5S e Lega Nord: «i cinesi in questo territorio sono fra le comunità che fanno più difficoltà ad integrarsi, danno poca importanza ai problemi del territorio».

A spiegare cosa succede è lo stesso sindaco di Mira, Alvise Maniero: «Il Comune sta prendendo tutte le misure possibili per contrastare il gioco d’azzardo, ma l’attuale legge nazionale certamente non aiuta. Ora l’amministrazione è pure chiamata a resistere contro il ricorso di un’attività che protesta perché potrà tenere le slot-machine accese “solamente” 8 ore anziché 16».

La giunta però proprio ieri ha autorizzato il sindaco a resistere contro il ricorso presentato dalla società, con titolare cinese, che gestisce un’attività in via Nazionale. Con il ricorso la società chiede l’annullamento dell’ordinanza, firmata lo scorso novembre, che stabilisce limitazioni d’orario per l’utilizzo degli apparecchi.

«Il Comune di Mira ha attivato limitazioni al gioco d’azzardo, una piaga che provoca gravissime conseguenze tra la popolazione», spiegano il sindaco Maniero e l’assessore Nicola Crivellaro, «Mentre difendiamo i cittadini, ci prendiamo pure le cause».

«Personalmente», rimarca il sindaco, «mi lascia perplesso il fatto che questa società si lamenti del danno che comporta il passaggio da 16 alle 8 ore consentite. Come se 8 ore fossero poche». L’orario di esercizio della sale-gioco di Mira è stato fissato dalle 10 alle ore 13 e dalle ore 17 alle 22 di tutti i giorni, compresi i festivi. Fuori da questi orari gli apparecchi devono essere spenti.

Per Mauro Berti, capogruppo del M5S è chiaro che comunità come quelle cinesi: «sembrano avere per questi temi scarsa sensibilità. Con queste comunità va aperto un dialogo che porti ad una condivisioni di valori e ad una vera integrazione».

Tagliano corto invece per la Lega Nord il segretario Stefano Deppieri e il dirigente Denis Gennari: «Queste persone dimostrano che non vogliono integrarsi non condividendo valori civici come la lotta alla ludopatia che invece ha coinvolto molti esercenti locali che hanno convertito le loro attività mettendo al posto delle macchinette libri e giochi si società».

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