Ricorso al Tar di Italia Nostra sul nuovo Canale dei Petroli

Presentato martedì mattina, è firmato dalla presidente nazionale Mariarita Signorini: «Si aggravano così le condizioni di squilibrio della laguna. Fuori le grandi navi»

VENEZIa. L’allargamento del canale dei Petroli finisce al Tar. È stato presentato ieri mattina il ricorso al Tribunale amministrativo del Veneto, firmato dalla presidente nazionale di Italia Nostra Mariarita Signorini. Ultimo giorno utile per impugnare il provvedimento della Regione e l’autorizzazione paesaggistica concessa ai lavori di marginamento del canale Malamocco-Marghera per farci passare le grandi navi.

Ennesima puntata di uno scontro che non si ferma. Da una parte, l’Autorità portuale e i progettisti, che hanno presentato l’ipotesi di sistemare il canale delle Petroliere con palancole e una discarica di fanghi in cassa di colmata. Dall’altra gli ambientalisti, Italia Nostra in testa, che hanno fatto di questo una battaglia.

«L’autostrada scavata in laguna è una delle cause di tutti i nostri mali», dicono, «adesso si vuole ulteriormente allargare». «Le grandi navi devono stare fuori dalla laguna», ribadisce la presidente veneziana dell’associazione Lidia Fersuoch, «il canale dei Petroli non si deve allargare, né recintare con le palancole». A poco è servita l’offerta del progettista, l’ingegnere Daniele Rinaldo, di modificare i materiali. Usare cioè pali in legno invece delle palancole in ferro. Italia Nostra punta tutto sul fatto che autorizzando questi nuovi lavori si aggraverebbe ancora di più lo squilibrio della laguna.

«Nonostante la prescrizione della Legge Speciale», si legge in una memoria presentata ai giudici amministrativi, «nulla in questi decenni è stati fatto per affrontare il riequilibrio della laguna, compromesso da interventi sbagliati. Anzi, si progetta adesso di scavare ancora i canali, già approfonditi dai lavori del Mose, per farci passare le grandi navi».

«Nel progetto approvato un anno e mezzo fa dal Comitatone presieduto da Graziano Delrio» e adesso bloccato dal nuovo governo gialloverde, «si prevedeva di realizzare le nuove banchine per le grandi navi da crociera a Marghera. Utilizzando anche il canale già esistente Malamocco-Marghera per arrivare alla Marittima passando dalla bocca di porto di Malamocco e non più dal Lido.

Il nuovo ministro delle Infrastrutture ha incaricato l’Autorità portuale e il Provveditorato alle Opere pubbliche, enti che dipendono dal suo ministero, di elaborare tre progetti di massima sulle location fuori della laguna.

Il Lido (lato spiaggia San Nicolò), Santa Maria del Mare e Chioggia. Tra un mese gli studi dovrebbero essere completati. Intanto Comune e Regione insistono: «Dove passeranno le navi nell’immediato?». Occorre una soluzione in tempi brevi, ribadiscono, rilanciando il progetto di sistemazione del canale Malamocco-Marghera. «Serve per la sicurezza, non sarà scavato», assicurano al Porto. Ma Italia Nostra è pronta alla battaglia. «Ci vuole la Valutazione di Impatto ambientale», dice la presidente. Il progetto è nelle mani del Tar. —


 

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