Riconosciuti dalla ragazza grazie alle telecamere
Passo a passo, lentamente, gli investigatori della Squadra mobile, coordinati dal pubblico ministero Giorgio Gava, hanno dato prima un volto poi un nome ai due kosovari che hanno sparato e accoltellato i macedoni Ajdin Isak, uccidendolo, e Gjuner Elmas, ferendolo gravemente. Nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice veneziano Antonio Liguori si legge che un anno e due mesi prima del 10 marzo, giorno dell’omicidio davanti al bar «Ae Do Porte», uno dei due kosovari finiti sotto inchiesta, il 30enne Driton Sinani, sarebbe stato aggredito da alcuni albanesi e sarebbe finito in ospedale in prognosi riservata.Gli aggressori erano un gruppo di macedoni, gli stessi che in precedenza avrebbero bucato le gomme dell’auto del kosovaro. A far scoppiare le liti, oltre alla diversa nazionalità dei due gruppi, una ragazza, Silvia, che frequentava sia gli uni sia gli altri.
Le prime informazioni ai poliziotti arrivano dai testimoni presenti davanti al bar durante l’aggressione, ma sono soprattutto le telecamere a fornire le prime indicazioni certe: quelle attive vicino all’agenzia di Volsbank di Piazza ercato rimandano le immagini di tre individui che si avvicinano al bar, uno resta più distante per la copertura, mentre gli altri due affrontano il gruppo dei macedoni. Ma le telecamere sono distanti una cinquantina di metri e non è possibile a quella distanza ricostruire il volto degli aggressori, mentre è possibile notarne gli abiti, il loro colore e il logo su giubbini e magliette. A soccorrere gli investigatori, allora, sono le telecamere esterne e soprattutto interne del centro scommesse «Sisal Machpoint» di Piazzale Foscari. Grazie agli abiti indossati, gli inquirenti risalgono ai due uomini del commando, che entrano nella sala scommesse e vengono ripresi chiaramente in volto poco prima del raid.
Dopo essere stato operato per essere stato centrato da un colpo di pistola e da due coltellate il macedone ferito, Gjuner Elmas, riferisce ai poliziotti di aver riconosciuto uno dei due aggressori, ex fidanzato di un’amica, Silvia. Rintracciata la giovane e mostrate le riprese delle telecamere, la ragazza riconosce i due fratelli Sinani, uno dei quali è stato suo fidanzato. Un lavoro certosino, che ha portato nel giro di poche settimane a dare un volto e un nome ai due che hanno sparato (Driton) e colpito con il coltello (Riza). I due, immediatamente dopo il fatto, sono rientrati in Kosovo per sfuggire alla cattura, ma è proprio là che uno di loro è stato bloccato.
Ancora non ha un nome, invece, il terzo complice, insomma il «palo», anche perché il suo volto non si scorge chiaramente nei video, non essendo entrato nella sala scommesse di Piazzale Foscari, visto che ha raggiunto i due dopo la loro uscita, dopo aver controllato chi c’era davanti al bar.
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