Riciclaggio, scarcerato Alberto Bullo

Chioggia. L’immobiliarista coinvolto nell’inchiesta della Procura padovana: non potrà espatriare

CHIOGGIA. Il Tribunale del riesame di Venezia ha scarcerato l’immobiliarista di Chioggia Alberto Bullo coinvolto nell’inchiesta della Procura padovana per il riciclaggio di milioni di euro. Bullo era agli arresti domiciliari e i giudici veneziani hanno accolto l’appello proposto dal suo difensore, l’avvocato padovano Carlo Augenti: dovrà semplicemente evitare di espatriare, deve rimanere in Italia, questo per ora l’unico divieto che gli è stato imposto dal Tribunale.

Bullo era rientrato dagli Stati Uniti il 19 febbraio scorso e si era costituito alla Guardia di finanza. Cinque giorni dopo era stato interrogati dalla giudice Cristina Cavaggion, la stessa che aveva emesso le ordinanze di custodia cautelare. Aveva spiegato che lui non aveva commesso nulla di illecito. Tutto il danaro che maneggiava nei frequenti trasferimenti da Chioggia, dove vive, a Miami, dove lavora, era “pulito” e tracciabile. Bullo - una laurea in Economia aziendale, un’agenzia immobiliare a Sottomarina in comproprietà con la moglie e altri soci - aveva sostenuto che mai aveva pensato di raccogliere soldi di provenienza illecita: è stato il primo punto dell'interrogatorio sul quale l'uomo ha insistito spiegando il meccanismo di raccolta del danaro. Raccolta che sarebbe avvenuta tramite conti correnti di banche italiane, quindi soggetto a “filtri antiriciclaggio”, prima di essere essere inviato in un conto federale Usa acceso presso la HSBC Bank di New York intestato a un pool di avvocati, tra cui il legale Isaac Benmergui.

Bullo aveva aggiunto che i legali, dopo aver verificato la lecita provenienza dei soldi e la congruità fra bonifici e accordi “preliminari”, sbloccavano i flussi di contante e procedevano all'assegnazione di quote societarie agli investitori. Questi ultimi solo in un successivo passaggio acquisivano gli appartamenti comprati sempre tramite quote di altre società a Miami. Quote societarie che gli investitori italiani avrebbero regolarmente indicato in un apposito “quadro” della dichiarazione dei redditi. L’unico ad essere rimasto in Florida è Ivone Sartori, per il quale è stata prorogata di altri tre mesi, per motivi di salute, l’autorizzazione a restare in Usa. Sul principale indagato era stato dichiarato latitante in quanto pende a suo carico un ordine di carcerazione. Lo scorso novembre, mentre si trovava a Miami, era stato operato per un infarto con l'inserimento di quattro stent.

(g.c.)

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