Ricerche cadavere Isabella, sub rimane incastrato: è clinicamente morto

STRA. Rosario Sanarico, 52 anni, sub di La Spezia, è stato dichiarato clinicamente morto in ospedale a Padova, dove era stato ricoverato in condizioni disperate. Incidente alle 17.10 durante le ricerche del cadavere di Isabella Noventa vicino alla chiusa di Stra: uno dei sommozzatori è rimasto incastrato sott'acqua ed è stato difficile tirarlo su. Attimi di grande tensione. Soccorsi portati direttamente sul posto. Il sub fa parte del Nucleo specializzato dei sommozzatori di La Spezia: dopo essere stato rianimato sul posto è stato portato in gravissime condizioni all'ospedale di Padova: alle 22 è stato dichiarato clinicamente morto. Il poliziotto in passato ha anche fatto parte dei Nocs.
Ed è svenuto anche l'ex marito di Isabella, il mestrino Piero Gasperini, per lo stress di una giornata di ricerche molto difficili. E' stato soccorso con un'ambulanza.
Sono riprese alle 9 le ricerche del corpo di Isabella Noventa lungo un tratto del Brenta, a Noventa Padovana, nella zona indicata ieri da Freddy Sorgato come il punto in cui avrebbe gettato il cadavere, la notte del 16 gennaio. Le ricerche sono condotte con i sommozzatori della Polizia e dei vigili del fuoco, lungo un tratto di un km.
Fra le tanti voci che stanno girando a metà mattinata anche quella del ritrovamento, ieri sera, di una borsa legata in qualche modo all'esecuzione del delitto, voce che è arrivata anche al fratello di Isabella, Paolo, che sta seguendo le operazioni. Ma il capo della Mobile Di Munno ha smentito che tale borsa appartenga a Isabella p che comunque sia utile alle indagini.
Jeans, piumino nero, berretto di lana in testa e manette ai polsi. Freddy Sorgato ieri pomeriggio è stato accompagnato sull’argine dagli investigatori della Squadra mobile di Padova che ora sono alla ricerca del corpo di Isabella Noventa. Stordito dopo la mattinata trascorsa in tribunale per l’interrogatorio davanti al gip, provato nel profondo per aver confessato l’omicidio, ha cercato di dare indicazioni utili per il ritrovamento del cadavere. Con i poliziotti c’erano anche il procuratore Matteo Stuccilli e il pubblico ministero Giorgio Falcone.
Come ipotizzato dagli agenti che ormai da un mese indagano sulla scomparsa della segretaria di 55 anni, il corpo non può trovarsi molto distante dalla villa di Freddy. E la versione fornita ieri dall’assassino lo conferma. Nonostante lo stato confusionale, dopo aver portato a spasso per oltre un’ora gli investigatori, alla fine si è fermato sull’argine del Brenta in prossimità del ponte di Noventana, in via Argine destro Brenta. Da via Sabbioni (la sua residenza) è raggiungibile attraverso un reticolo di stradine dissestate di campagna in poco più di cinque minuti. Va detto anche che lì, vicino al punto in cui ha detto di aver buttato il corpo di Isabella, Freddy possiede un magazzino con un piccolo bosco accanto: un tempo la sua famiglia ci abitava ma successivamente l’immobile è stato adibito a semplice deposito di attrezzi.
Chiaramente gli uomini della Mobile, diretti dal vice questore aggiunto Giorgio Di Munno, hanno cercato anche lì senza però trovare traccia della donna uccisa. Il fatto che lui disponga di un immobile in quella posizione, fa presupporre che quella zona la conosca bene. E che in quel maledetto venerdì notte l’abbia raggiunta per gettare nel Brenta il corpo senza vita di Isabella. Il sospetto degli investigatori è che la povera donna sia stata caricata nel bagagliaio della vecchia Fiat Punto chiusa in un sacco di nylon.
Ieri le ricerche sono iniziate poco dopo le 15 e si sono protratte fino alle 20. Freddy è rimasto per circa un’ora. Ha percorso lunghi tratti a piedi circondato dagli agenti e si è fermato a osservare alcune zone. Era in uno stato confusionale evidente ma chi fa indagini da una vita dice che succede sempre a chi confessa un omicidio. È l’adrenalina che scende, il peso sulla coscienza che se ne va, la consapevolezza che prende piede.
Oggi si ricomincia con le ricerche e sarà analizzato ancora una volta quel tratto arginale con il supporto dei sommozzatori dei vigili del fuoco. Si terrà conto, ovviamente, della corrente del fiume.
A metà pomeriggio gli investigatori sono stati raggiunti anche da Paolo Noventa, il fratello di Isabella, e dal suo avvocato Gian Mario Balduin. «Sono in contatto con un esperto dei cinofili che mi ha spiegato che ci sarebbero dei cani in Svizzera e in Austria addestrati per la ricerca delle persone in acqua. Qua in Italia non ne abbiamo ma potrebbero essere utili per il caso di Isabella. Proporrò la cosa alla polizia e se dovesse acconsentire mi muoverò per far arrivare i cani». Per procedere con la ricostruzione del delitto è infatti fondamentale l’autopsia sul cadavere. Certo, dopo oltre un mese in acqua c’è il rischio che il corpo sia sottoposto ormai da tempo a un processo di macerazione. Le rigide temperature, però, potrebbero aver influito alla sua conservazione.
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