Ricercato per truffa Arrestato al Marco Polo

L’uomo era appena atterrato da Varsavia quando è stato fermato dagli agenti Con il “Madoff” della Bocconi si sarebbe intascato oltre 1 milione di euro
TESSERA VE 20070402 02/04/2007 Aeroporto Marco Polo , sciopero dipendenti Save Security..Passeggeri in coda durante i controlli prima dell'imbarco (BERTOLIN/Bertolin) SCIOPERI E ISPEZIONI Altra giornata campale al Marco Polo Sotto Enrico Marchi (Save), Vito Riggio (Enac) e Paolo Sinigalia (Alpieagles)
TESSERA VE 20070402 02/04/2007 Aeroporto Marco Polo , sciopero dipendenti Save Security..Passeggeri in coda durante i controlli prima dell'imbarco (BERTOLIN/Bertolin) SCIOPERI E ISPEZIONI Altra giornata campale al Marco Polo Sotto Enrico Marchi (Save), Vito Riggio (Enac) e Paolo Sinigalia (Alpieagles)

TESSERA. Lui non sapeva di essere ricercato per una truffa da un milione e mezzo di euro. Tranquillo è arrivato a Venezia dalla Polonia dove vive da tempo. Ermanno Orsi, 48 anni, due lauree, è stato fermato al Marco Polo di Venezia e arrestato dai poliziotti della frontiera.

Giunto a Venezia per passare un fine settimana con la figlia, ignaro di essere destinatario di un provvedimento cautelare per una truffa milionaria richiesto dalla procura di Torino, Orsi, originario di Milano, è stato fermato appena sbarcato dal volo da Varsavia. Al controllo documenti i poliziotti hanno verificato se sul suo nome non vi fossero pendenze giudiziarie o se vi fossero dei motivi per non farlo entrare in Italia.

L'uomo, secondo l'accusa, in concorso con il “Madoff” della Bocconi Alberto Micalizzi, docente 44enne, sospeso da oltre un anno, alla Bocconi, avrebbe convinto la società “Borio Giacomo srl” di Torino a investire un milione e mezzo di euro garantendo interessi giornalieri pari al 6% del capitale. Micalizzi, noto come il “Madoff della Bocconi”, era già stato indagato per una truffa da mezzo miliardo di dollari nel 2011. È ai domiciliari. L'indagine del pm torinese Vittorio Nessi è partita dopo la denuncia di Chiara Borio, titolare dall’azienda. Secondo l'accusa, il 3 marzo 2011 Chiara Borio e il padre incontrano il professor Micalizzi nel suo ufficio dell'Università Bocconi, Presente all'incontro anche Ermanno Orsi, rappresentante legale della società 'Cofinlac'. I due convincono i Borio ad affidare loro un milione e mezzo di euro da investire attraverso una piattaforma bancaria presso la Hong Kong Shangai Bank, garantendo interessi giornalieri pari al 6% del capitale. Il capitale, dicono, deve essere versato presso un conto di un istituto portoghese, la Banca Espirito Santo Madeira Funchal. Il conto è intestato a Orsi. Dopo aver versato la somma, però, i Borio non solo non ricevono gli interessi pattuiti ma non rivedono un solo euro del loro capitale.

Carlo Mion

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