Riccardo Guaraldi riscopre e fa rivivere l’antica arte dei liutai

Nel suo laboratorio in Corte Botera produce e restaura viole, contrabbassi e violini usando legni pregiati

VENEZIA. Non solo maschere, vetri made in Taiwan e plastiche cinesi. C’è anche una Venezia che resiste. Artigiani di qualità che sfidano la sorte e la monocultura turistica provando a tener viva la grande tradizione della Serenissima. È il caso di Riccardo Guaraldi, uno degli ultimi rappresentanti di una categoria un tempo a Venezia molto famosa: il liutaio. E proprio a Venezia, nella magica Corte Botera in fondamenta dei Felzi, dietro campo San Giovanni e Paolo a Castello, Guaraldi ha aperto il suo laboratorio. Luogo inaccessibile e delizioso, vera da pozzo e sala interna, angolo di Ottocento con testimonianze bizantine e archi medievali sopravvissuto alla modernità.

Qui, nel laboratorio all’ammezzato della Corte, nascono ancora oggi violini di altissimo pregio. Tecniche costruttive apprese dalla tradizione, insieme ai piccoli segreti che permettono di trasformare il legno in uno strumento di grande pregio. Altri strumenti antichi e irripetibili vengono sapientemente restaurati e riportati alla bellezza acustica originaria. Un enclave di eccellenza artigianale e musicale che continua una tradizione antica, quando i migliori liutai d’Europa lavoravano a Venezia, centro della tecnologìa costruttiva di organi per la tradizione della Cappella di San Marco di Cavalli e Monteverdi.

Venezia era la capitale europea della musica e del teatro. «Così molti liutai e costruttori di strumenti che potremmo definire protoviolini», racconta Guaraldi, «decisero di stabilirsi qui dove l’attività poteva fiorire e svilupparsi. Autori come Martin Kaiser, Matteo Goffriller, Domenico Montagnana e altri hanno reso famosa la nostra città». Quegli strumenti oggi valgono milioni di euro, sono quasi introvabili se non in qualche casa d’asta.

Così come gli Stradivari. E proprio a Cremona, poche settimane fa, Guaraldi ha avuto il privilegio di esporre una sua opera al Museo del violino. Il restauro di una rara viola del maestro Antonio Casini di Modena, datata 1661, è stato presentato qualche giorno fa a Pisa, nel monumentale Campo Santo, nell’ambito della presentazione delle tecniche di restauro delle opere antiche. Guaraldi si è diplomato a Milano nella Civica Scuola di liuteria, si è perfezionato con maestri del calibro di Carlos Arcieri (New York), Grag Aiff (Michigan), Franco Simeoni.

Adesso produce viole, contrabbassi e violini usando legni pregiati di abete rosso e acero del Montenegro, vernici in cinque strati. Il risultato sono strumenti di altissima qualità, sul modello degli antichi. Un’eccellenza ricordata dal Soroptimist veneziano, che ha organizzato l’altra sera in Corte Botera la festa di fine anno, con dimostrazione delle tecniche costruttive di Guaraldi organizzata da Sonia Finzi, presidente degli amici del Conservatorio Benedetto Marcello e dell’archivio Fano.

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