Ribaltone, Forza Italia in Consiglio
CHIOGGIA. La presidenza del Consiglio passa a Forza Italia. Con tredici voti (il minimo necessario) è stato eletto ieri presidente il forzista Matteo Penzo che succede a Daniel Tiozzo (Pd). Alla votazione non hanno preso parte i consiglieri del Pd, della Lega e Beniamino Capon (FI), usciti dall’aula. La nomina ha scatenato dure critiche dei Democratici che ritengono che l’elezione tradisca l’esistenza di un accordo sottobanco tra il sindaco e le vecchie opposizioni. In apertura di Consiglio la Lega ha annunciato l’intenzione di presentare una mozione di sfiducia al sindaco Giuseppe Casson facendo girare il documento per raccogliere le firme necessarie (10) per poterla protocollare.
Dopo due ore le firme erano solo sette perché solo sei consiglieri su otto del Pd hanno sottoscritto la mozione presentata da Marco Dolfin (Lega). Come si immaginava non hanno firmato Domenico Zanni e Romina Tiozzo che già da qualche mese fanno fatica ad allinearsi totalmente alle posizioni del partito. «Qui si è vista la coerenza», spiega Dolfin, «solo chi ha preso la penna e ha firmato la mozione può dire davvero di voler andare alle urne. Ora carta alla mano sappiamo che solo sette consiglieri vogliono mandare a casa Casson. Gli altri che si dichiarano ancora opposizione evidentemente non lo sono». Forti polemiche anche sull’elezione del presidente del Consiglio. Il Pd attendeva al varco la nomina per “svelare” eventuali accordi tra il sindaco e le opposizioni. Penzo è stato eletto al primo turno con 13 voti. I Democratici, che avevano proposto Marcellino Boscolo (civica), Dolfin e Beniamino Boscolo sono usciti dall’aula. «Se alla seconda carica istituzionale», spiega il capogruppo del Pd, Mauro Bisto, «abbiamo un consigliere di Forza Italia è chiaro che esiste una nuova maggioranza che prende destra, centro e sinistra visto che è ben supportata da Sel. I 13 voti che ha avuto il presidente sono quelli che segnano la nuova maggioranza del sindaco. Dato che siamo in Carnevale direi che è una maggioranza arlecchino che non so come potrà dare risposte alla città in un anno». Lunga discussione anche dopo la presentazione della nuova giunta. «Nessun accordo con nessuno», spiega Casson, «i quattro nuovi assessori sono frutto di una mia esclusiva scelta, basata sul valore di queste persone che hanno qualità personale e professioni, una storia, un radicamento nel territorio e uno spessore umano noto a tutti. Matteo Penzo è stato scelto solo perché era il consigliere comunale che ha ottenuto più voti di tutti, non ci sono altri motivi». «Inutile che il Pd insinui che noi siamo in maggioranza», ribatte Fortunato Guarnieri (Sel), «Siamo contenti che Casson abbia nominato quattro persone senza nessuna implicazione politica e a loro auguriamo buon lavoro».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia