Ribaltato l’esito del ricorso Dopo 10 anni deve pagare

Nel 2004 negata l’iscrizione all’asilo di un figlio, il Tar gli dà ragione: il Comune si appella al Consiglio di Stato e vince nel 2014. Ora arriva il conto: 7 mila euro

MESTRE. Ne è passata di acqua sotto i ponti da quell’autunno del 2004, quando il Tar lo aveva visto vittorioso contro il Comune di Venezia in una causa per l’iscrizione del figlio all’asilo. “Grazie” alle inimitabili tempistiche della giustizia italiana la vicenda, finita nel dimenticatoio, torna d’attualità. Il Consiglio di Stato ha ribaltato la sentenza del Tar, favorevole al genitore, dando ragione a Ca’ Farsetti e chiedendo al padre del bimbo 7mila euro per le spese legali.

Claudio Zanetti, 47enne mestrino, matematico, preferirebbe non credere che sia vera questa giustizia kafkiana. E invece non solo lo è, ma lo vede protagonista. Era il 2004 quando iscrisse il suo terzo figlio (ora ne ha quattro) di tre anni all’asilo Tiziano Vecellio di parco Ponci. Presenta tutte le carte necessarie ma alla fine di tutto il bimbo non rientra nella graduatoria. Motivo? «C’è una norma», spiega Zanetti, «la quale dice che se un bambino ha fratelli o sorelle di età superiore ai 9 anni esce dalla graduatoria. A quel tempo mia figlia più grande aveva 10 anni».

All’inizio la famiglia non si oppone a questo cavillo, poi, però, ragionando, decide di ricorrere al Tar. «Oltre a non capire la ragione di questa regola», continua il matematico mestrino, «ci siamo appellati anche all’articolo 31 della Costituzione che tutela le famiglie numerose».

Il Tar in pochissimo tempo dà ragione a Claudio Zanetti: il figlio già a novembre 2004 riesce a entrare alla Vecellio dove starà fino al naturale passaggio alle scuole elementari. In questo lasso di tempo, «ho sempre pagato regolarmente la retta richiesta, senza perciò pesare in alcun modo sulle casse del Comune».

La vicenda sembra conclusa anche perché Claudio Zanetti non ha neppure la minima idea che Ca’ Farsetti s’è impuntata e, tramite l’Avvocatura civica, ha presentato ricorso al Consiglio di Stato. Ed ecco dunque la sorpresa di qualche giorno fa. «Il mio avvocato», continua Zanetti, «mi ha chiamato per comunicarmi che il Consiglio di Stato a settembre aveva discusso del mio caso e che a gennaio aveva rigettato ordinanza del Tar del 2004, dando ragione al Comune e chiedendomi 7mila euro per spese legali. Non avrei mai pensato che Ca’ Farsetti avrebbe fatto ricorso, naturalmente con i soldi dei contribuenti, e tanto meno mi sarei aspettato di ricevere una notizia del genere a distanza di dieci anni».

La vicenda non finisce qui. «Preferisco spendere quei 7mila euro in avvocati», avverte Zanetti. «Mi appellerò a Strasburgo, alla Corte Europea per i diritti dell’uomo, che tutela i cittadini affinché vengano rispettati tempi ragionevoli fra i vari gradi di giudizio».

Gianluca Codognato

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