Riapre la trattoria dall’Amelia: confermati cuochi e camerieri

La chiusura del noto locale è durata solo dieci giorni: a rilevarlo un gruppo di cinque imprenditori. «Non potevamo lasciar morire questo simbolo, tornerà il punto di ritrovo, anche culturale, della città»

MESTRE. Riapre oggi la trattoria dall’Amelia. Non ci sono più i Boscarato ad accogliere i clienti, ma per chi volesse di nuovo sedersi ai tavoli del famoso ristorante mestrino le facce dei camerieri e dei cuochi saranno familiari. Sono stati, infatti, tutti mantenuti i contratti in essere del personale che lavorava nel locale prima della chiusura di dieci giorni fa.

Come anticipato da Diego Boscarato, sono rimasti il nome, il famoso logo a forma di pesce e lo staff. Da anni un gruppo di cinque imprenditori e professionisti (non gli stessi che avevano rilevato l’Amelia anni fa lasciando la gestione ai Boscarato) seguiva da lontano i problemi di questo simbolo di Mestre. Quattro sono noti: gli ingegneri Marchiori e Feliziani, il commercialista Alessandro Valentini e il notaio Alessandro Caputo.

La lunga storia dell’Amelia, iniziata nel lontano 1925 e diventata famosa grazie allo spirito imprenditoriale di Dino Boscarato che la rilevò nel 1961, continuerà dopo questa interruzione, la prima in tanti anni. Per Mestre la trattoria dall’Amelia ha rappresentato per oltre 50 anni un’infinita serie di successi: l’Oscar della Cucina, il Cuoco d’oro, il Fogher d’oro, la Padella d’oro e il premio “A tavola all’Amelia”.

Da Sandro Pertini a Giorgio De Chirico, da Renato Guttuso a Jorge Luis Borges o Pier Paolo Pasolini, in tanti hanno mangiato e sono stati premiati come eccellenze nel loro campo. Certo, la crisi ha fatto vittime importanti, costringendo la famiglia Boscarato a cercare soluzioni diverse. Per decenni Dino, sua moglie, i figli Diego e Marco hanno condiviso con Mestre le vittorie, le trasformazioni, le sconfitte. Sono diventati essi stessi parte della storia cittadina, riconosciuta anche da chi, come Ugo Tognazzi, nei suoi impegni a Venezia trovava sempre il tempo per fermarsi a mangiare all’Amelia.

Ora inizia un nuovo corso, alla ricerca di nuove eccellenze e con la voglia di scrivere nuove pagine di storia. «Non potevamo lasciare morire questa storica realtà, non potevamo lasciare dei dipendenti e le loro famiglie senza lavoro», dicono gli imprenditori. «La trattoria dall’Amelia merita ben altro: vogliamo che ritorni ad essere il punto di ritrovo della città e sede dei principali eventi culturali. Non ci aspettiamo un percorso facile, siamo però certi che quest’avventura nel campo della ristorazione veneziana potrà portare eccellenti risultati. Contiamo molto sul fatto che il nome “dall’Amelia” è sinonimo di eccellenza».

Cucina basata su prodotti d’eccellenza veneti, qualità e innovazione enogastronomica: con queste basi la trattoria potrà tornare ad essere crocevia per l’arte, la cultura e gli affari, magari anche con il ritorno dell’ambito premio.

 

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