Rialto, il ponte sfregiato dai graffiti
Ponte di Rialto deturpato dai graffittari. E nessuno interviene. Denuncia clamorosa, quella del presidente regionale delle guide turistiche Guido Lion. «Rispetto a un paio d’anni fa la situazione è peggiorata e nessuno ha fatto niente», dice, «intanto questo vergognoso spettacolo su uno dei monumenti più famosi del mondo è stato visto dal Papa, da ministri e Capi di Stato, da milioni di turisti in visita a Venezia». La teoria ricordata da Lion è che come in un palazzo abbandonato una finestra rotta provoca prima o poi la distruzione degli altri arredi, così anche i graffiti lasciati proliferare portano a vandalismi di altro tipo. «E non chiamiamoli writers, loro sono artisti e non imbrattano i monumenti», continua il presidente, «credo che in attesa del grande restauro del ponte si debba procedere almeno con la pulizia». Le scritte a volte incomprensibili ricoprono adesso quasi interamente le parti in legno che chiudono le botteghe del ponte cinquecentesco. Da anni si parla di vigilanza e pulizia, addirittura di vernici con superfici speciali anti vandalo. Ma non si è fatto nulla, e la situazione peggiora. Qualche tempo fa il degrado aveva provocato la rottura di una colonnina del ponte, poi i barconi avevano spezzato due colonnine dal lato del Fontego dei Tedeschi. Scritte con la vernice si trovano anche nelle vicinanze del ponte, e qualche tempo fa sono stati fermati due turisti spagnoli muniti di bomboletta. Un problema, quello della salvaguardia di uno dei monumenti simbolo della città. Che oltre a essere preda dei vandali soffre degli acciacchi del tempo e dei fumi dei vaporetti sotto l’arcata. Un progetto di manutenzione del costo di qualche milione di euro, che forse a breve potrebbe essere sponsorizzato da qualche industriale mecenate – si parla di Renzo Rosso, patron della Diesel – che intanto cerca di «sopravvivere» all’assalto di milioni di turisti ogni anno.
Monumento da curare anche nei dettagli. Cominciando, propongono le guide turistiche, proprio dai graffiti sui legni del ponte.
Le serrande delle antiche botteghe, più o meno sopravvissute sempre uguali nei secoli, hanno bisogno di cure continue. E soprattutto di vigilanza. le scritte vandaliche, che si sono moltiplicate negli ultimi mesi, sono ben visibili anche da lontano, percorrendo il Canal Grande in vaporetto, in gondola o in barca. «In attesa dei grandi interventi», dice Lion, «è davvero vergognoso che diamo al mondo un’immagine del genere. Sarebbe utile provvedere al più presto».(a.v.)
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