Riabilitazione, polo unico con più di 300 posti letto

L’ospedale Villa Salus vicino all’acquisto del San Camillo e della casa Stella Maris. I comitati del Lido: «Garanzie sul Fondo immobiliare, no alle speculazioni» 
----- Original Message ----- From: lisa.derossi@libero.it To: n.pellicani@nuovavenezia.it Sent: Tuesday, February 22, 2011 4:38 PMSubject: fotoHo problemi con il server, te le devo mandare una alla volta... - L'ospedale San Camillo
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Un grande polo della riabilitazione e dell’assistenza di medio lunga durata. L’operazione, confermata dopo il vertice in Prefettura di martedì, del San Camillo del Lido che passerà nel giro di due mesi sotto la proprietà di villa Salus, con l’appoggio economico di un fondo immobiliare, forse straniero, apre la strada alla creazione di un grande polo della riabilitazione che mette in collegamento la casa di cura del Terraglio, forte dei suoi 283 addetti, con oltre un centinaio di professionisti esterni a contratto, e una collaborazione con l’Università degli Studi di Padova per formare specializzandi, con il San Camillo del Lido. Operazione che comprende anche la vicina casa di riposo Stella Maris, che sarà però affidata ad una cooperativa esterna. Un grande polo della riabilitazione e della lungodegenza su cui tante carte vanno ancora scoperte. Se i sindacati sono contenti di aver avuto chiarezza, il comitato ambientalista “Altro Lido”, chiede di sapere il nome, ancora celato, del fondo immobiliare che sta dietro l’operazione e pretende «garanzie per evitare che in un prossimo futuro, l’operazione fallisca aprendo la strada alla realizzazione al posto del San Camillo dell’ennesimo albergo con spiaggia privata» in città. Il comitato storce il naso anche alla notizia della gestione di terzi dello Stella Maris e chiede chiarezza sul parere della «commissione vaticana», quella che deve mettere il timbro finale all’operazione.

«Si vocifera sia negativo», fanno sapere.

Villa Salus, diretta da Mario Bassano, ha chiuso il 2017 con numeri importanti di crescita. 4.479 ricoveri, con punti di forza in Ortopedia (706) e Medicina generale (1.279). Una delle eccellenze della struttura sono gli interventi di protesi di ginocchio e anca con una crescita nel 2017 del 28%, mentre gli interventi alla mano sono aumentati del 19%. Più 32% anche per la chirurgia plastica; più 12 per cento per ostetricia e ginecologia mentre l’aumento è solo del 1 per cento per la lungodegenza. Se l’acquisizione del San Camillo andrà davvero in porto entro due mesi si aprono nuove frontiere: la struttura degli Alberoni conta 115 posti letto (15 riservati a pazienti da fuori Regione) e una specializzazione in riabilitazione di pazienti con traumi cranici e spinali, ictus, sclerosi multipla, morbo di Parkinson o demenze. 75 i letti per la riabilitazione neurologica intensiva, 40 per la riabilitazione delle turbe neuropsicologiche acquisite. Dal 2005 il San Camillo è stato riconosciuto come Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico con specializzazione nella neuro-riabilitazione motoria, del comportamento e della comunicazione. La proprietà è in mano all’Ordine religioso dei Chierici (regolari ministri degli infermi), noti come Camilliani con un affitto che dal 2009 è assegnato alla Provincia Lombardo Veneta. Dall’ultimo bilancio pubblicato dall’ente risultano essere impiegati al San Camillo 225 persone con 22 dirigenti e 203 impiegati e un utile di esercizio al 31 dicembre 2016 di quasi 320 mila euro. Ma nuovi investimenti sono urgenti. Nell’operazione è coinvolta anche la casa di riposo Stella Maris che dispone di 189 posti letto accreditati di cui 146 convenzionati con 36 posti ad alta intensità assistenziale, e 110 a bassa intensità assistenziale. Una trentina i posti letto privati, riservati a persone autosufficienti mentre altri 15 posti, accreditati, sono della residenza sanitaria distrettuale e per pazienti in stato vegetativo permanente. Tra i servizi ci sono anche logopedista, fisioterapista, psicologo e psicomotrocista.

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