Revoca delle licenze ambulanti a Ca’ Farsetti

In centinaia ieri in Comune: quattro multe e poi decade l’autorizzazione L’amministrazione concede alcune modifiche, ma è scontro sugli abusivi
Di Roberta De Rossi

Sono arrivati in circa duecento, ieri, a Ca’ Farsetti, per presenziare alla Commissione commercio: sono gli ambulanti della città, sul piede di guerra - con le loro associazioni di categoria - contro il nuovo regolamento dell’occupazione del suolo pubblico che l’amministrazione si appresta a varare in Consiglio. E dopo settimane di braccio di ferro, qualche mediazione l’hanno portata a casa: come elevare da tre a quattro le sanzioni nell’arco dell’anno che faranno scattare la temutissima decadenza della licenza (sinora non prevista e ora introdotta) inserendo anche una tolleranza non sanzionabile del 10% nelle misure; o assicurarsi che in occasione dell’applicazione della direttiva Bolkestein - che dal 2017 cancellerà l’assegnazione delle licenze “a vita”, introducendo un termine di 12 anni e poi la rimessa in gara - il Comune riservi il massimo previsto dalla normativa alla professionalità pregressa (pari al 40% del punteggio) nell’attribuzione delle licenze. Infine, in regolamento, l’amministrazione ha inserito il coinvolgimento del Consiglio comunale in qualsiasi decisione relativa all’applicazione del nuovo codice dei beni culturali del ministro Bray, che autorizza le soprintendenze a decretare la chiusura di un’attività ambulante se giudicata incompatibile con la tutela del patrimonio monumentale e ambientale del territorio. Una norma che, secondo le categorie, mette a rischio il 40% dei 500 ambulanti veneziani, ma anche centinaia di esercizi pubblici. In questo caso- secondo quanto presentato ieri dalla assessora al Commercio Carla Rey, su indicazione dei consiglieri - l’amministrazione non si limiterà a prendere atto della decisione della soprintendenza, ma coinvolgerà il Consiglio nello spostamento dell’attività.

Ma ci sono stati anche momenti di alta tensione: le voci si sono fatte concitate, sono risuonati applausi e grida polemiche nell’accusare l’amministrazione di fare mille pulci e porre mille paletti alla categoria, ma di voltarsi dall’altra parte davanti all’abusivismo vero, come stigmatizzato non solo da consiglieri dell’opposizione come Giusto (Lega) o Costalonga (Fratelli d’Italia), ma anche dal pd Jacopo Molina: «Cosa fa l’amministrazione per combattere l’abusivismo?». E giù applausi e grida di «Vergogna». «Questo non lo posso tollerare, non è assolutamente vero», ha replicato l’assessora Rey, «e comunque la contraffazione è materia penale di competenza delle forze di polizia e non dei vigili urbani». Tema ripreso anche dal delegato al Lavoro Sebastiano Bonzio (Federazione della sinistra). «L’obiettivo è mettere ordine in questo settore», commenta l’assessora Rey, «abbiamo inserito la decadenza della licenza, che non c’era, a fronte di reiterate violazioni: oltre alle sanzioni penali, ci sarà un richiamo, poi 3 giorni di sospensio, 15, infine la decadenza. Con il regolamento rivedremo anche le schede di mercato, con diversi orari e merceologie a seconda delle singole realtà, si tratti di prodotti bio, antiquariato, mercato. Abbiamo anche previsto l’adozione di un tipo di banco uniforme, ora allo studio, per dare uniformità e decoro: chi lo adotterà, avrà un punteggio maggiore. Ci sarà anche un capo delr egolamento dedicato alla tutela del consumatore e una semplificazione burocratica per gli operatori». «Le modifiche rispetto alla prima stesura sono state importanti», commenta il presidente Ascom, Roberto Magliocco, «ma attendiamo la presentazione del maxi-emendamento di giunta per verificare che non ci siano brutte sorprese».

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