Rettilineo senza illuminazione Una trappola per i ciclisti
PIOMBINO DESE. In via Gattoeo domenica mattina si sono radunati gli amici del paese di Ihab. Sono arrivati sul posto con le loro biciclette per verificare la notizia dell’incidente capitato nella nottata. E solo allora, vedendo arrivare El Seoud con il volto coperto di lacrime, si sono resi conto che in quel fossato era finita la vita di un loro carissimo amico. Matteo, 16 anni, scoppia in un pianto disperato e si aggrappa al padre di Ihab. «Perché proprio lui?» urla «era sempre disponibile a dare una mano. Se avevamo bisogno di qualsiasi cosa era sempre pronto». Anche Mattia su quel rettilineo ha rischiato una brutta fine. «Due mesi fa uno in Mercedes mi ha colpito con lo specchietto e per salvarmi mi sono buttato nel fosso con la bicicletta» racconta «Poi ho incontrato quell’automobilista e pretendeva pure i soldi dello specchietto rotto, dopo che aveva rischiato di uccidermi». «Lo conoscevo da un anno ed era sempre disponibile» aggiunge Paolo parlando dell’amico appena morto «Siamo andati via varie volte assieme, avevamo fatto progetti per Pasquetta...».
In via Gattoeo tanti ragazzi in bicicletta, ma anche adulti, hanno rischiato la pelle. La strada, che collega Trebaseleghe a Piombino Dese ma anche a Badoere e a Treviso, è una trafficata scorciatoia per evitare la Crosarone e il semaforo. Trattandosi di un rettilineo, invita a correre. Di notte diventa però una trappola per i ciclisti. Perché, se il tratto che ricade sotto Silvelle di Trebaseleghe è illuminato anche se non totalmente, quello che è di competenza del Comune di Piombino Dese è completamente al buio, forse perché non c’è una sola abitazione e non è stato ritenuto indispensabile illuminarla. «Noi la chiamavamo già prima “la strada della morte”» dice papà El Seoud «È una vergogna che non ci sia una luce». (g. a.)
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