Rette per le case di riposo è caos sulle graduatorie

L’usl 3 Serenissima ha accorpato diversi comuni, ma non c’è una lista unica La denuncia di Franco Toniolo, ex segretario regionale veneto alla Sanità



«Io sono l’esempio concreto di una palese ingiustizia». Franco Toniolo, ex segretario regionale alla Sanità del Veneto, veneziano di Santa Croce, lo spiega con stile, da persona che conosce benissimo i meccanismi della politica. «Sono un esempio concreto», dice, «degli effetti della mancata unificazione dei vecchi ambiti territoriali nella nuova Usl 3 Serenissima per quanto concerne l’assegnazione delle impegnative di residenzialità».

Tema “caldissimo” che interessa tantissime famiglie. In Veneto la retta della casa di riposo varia tra i 1.800 e i 2.300 euro mensili e non tutti possono permettersela. La Regione dà una mano con le impegnative, un contributo di circa 50 euro al giorno che però non arriva a tutti quelli che ne hanno bisogno. E soprattutto ha budget diversi da zona a zona. Il numero di impegnative riconosciute nel distretto Mirano-Dolo, è ben al di sotto del fabbisogno del territorio: a oggi sono circa 850. E ottocento sono le persone in lista d’attesa per un posto, ha denunciato il consigliere regionale Pd Bruno Pigozzo pochi giorni fa.

Il caso segnalato al nostro giornale da Toniolo è quindi emblematico. «Mia suocera è ospite da due anni della casa di riposo di via Spalti a Mestre. È entrata con un punteggio di 84 centesimi con la valutazione della scheda Svama e ha ottenuto l’impegnativa. Mia madre, invece, con un punteggio ben superiore di 96 centesimi e una situazione clinica difficile, si trova ricoverata al Mariutto di Mirano, con una retta interamente a carico della famiglia perché siamo tra quelli in lista per una impegnativa. Il che significa spendere 2.550 euro al mese di retta per la mamma. Mentre per la suocera la spesa non supera i 1.300 euro», dice Toniolo. «Non essendoci una graduatoria unica per la Usl Serenissima, ma graduatorie per le singole ex Usl, oggi confluite tutte nella stessa azienda, Venezia ha storicamente una situazione migliore, con maggiore disponibilità di impegnative, rispetto ad altri territori».

Toniolo spiega di aver pensato di portare la questione davanti al Tar del Veneto con un ricorso, ma prima tenta la carta del pressing sulla Regione. Perché dice «basta una decisione e un timbro per dare parità ai cittadini». Quindi ha posto la questione con una lettera a Giuseppe Dal Ben, direttore generale dell’Asl 3 Serenissima e all’assessore veneto Manuela Lanzarin, chiedendo di superare la «discriminazione in atto tra cittadini che oggi appartengono alla medesima azienda sanitaria» e di adottare «i provvedimenti del caso».

A rispondere per la Serenissima è stato Gianfranco Pozzobon, direttore dei Servizi socio sanitari. L’Usl 3 Serenissima ha approvato il regolamento unico della Residenzialità, il Rur, nel giugno 2017 «con cui si è inteso superare le difformità presenti nei regolamenti delle ex Usl 12, 13 e 14 al fine di assicurare procedure univoche per i cittadini».

Ma per rendere operativo il nuovo regolamento serve l’aggiornamento della programmazione del sistema della residenzialità, vincolato ai piani delle ex Usl, oggi distretti. Ed è stato inviato un quesito in Regione sull’opportunità di superare i vincoli delle dotazioni delle vecchie aziende «al fine di favorire la parità tra cittadini» e decidere se mantenere o meno i vecchi budget. —



Riproduzione riservata © La Nuova Venezia