Reti di ferro contro sbandati e spacciatori

Si sono messi al lavoro ieri mattina gli operai dell’Ecis per chiudere cento porte e finestre nei padiglioni abbandonati
Di Mitia Chiarin
Installazione di griglie sulle finestre degli edifici dell'ex Umberto I a Mestre
Installazione di griglie sulle finestre degli edifici dell'ex Umberto I a Mestre

Dopo la muratura, ora tocca alle reti metalliche in ferro termosaldato. Più difficoltose, ma comunque non impossibili da aprire, se si hanno gli arnesi giusti. Da ieri è iniziata l’operazione “gabbia” all’ex ospedale Umberto I.

A pochi giorni dallo sgombero, l’ennesimo, nell’area tra via Circonvallazione e il centro Candiani, da parte della Polizia municipale, il Comune spende quasi 30 mila euro per rinforzare le protezioni dei padiglioni dell’area ed evitare altri ingressi, come è sempre successi nei mesi scorsi, di persone senza tetto, sbandati e spacciatori. E stavolta non ci si limita a murare porte e finestre, ma si sprangano con inferriate di ferro termosaldato tutti gli ingressi ai vari padiglioni. In totale, cento tra porte e finestre. Si è partiti dal De Zottis, destinato dai piani comunali dell’ex giunta Orsoni ad ospitare una nuova scuola elementare e dove ieri erano al lavoro gli operai dell’Ecis, la ditta che cura gli interventi di manutenzione per il Comune. Stesso trattamento, con griglie di ferro su porte e finestre anche per i padiglioni Pozzan, Cecchini e la casa delle suore accanto alla chiesetta neo gotica che il commissario Zappalorto ha deciso di dare in utilizzo alla comunità greco ortodossa di Mestre e Venezia, sempre alla ricerca di spazi per la preghiera. E stesso riguardo verrà attuato nei prossimi giorni anche nella palazzina esterna della ex direzione sanitaria.

Cento tra porte e finestre sono oggetto del “trattamento” anti accessi non autorizzati, secondo uno schema previsto dai Lavori pubblici del Comune intervenuti con un provvedimento di somma urgenza per la messa in sicurezza degli immobili che insistono in un’area di circa ventimila metri quadrati, di cui da anni si attende la riqualificazione con la realizzazione da parte di Dng del progetto delle tre torri, che resta per ora sulla carta. Un’area vasta che è stata ribattezzata da tutti “buco nero” ed è finita in cima alla lista dei luoghi da controllare con il programma di rigenerazione urbana "Oculus" che prevede la messa in sicurezza ed il controllo preventivo di aree a rischio. Ovvero le “case” del degrado in terraferma. Circa 30 mila euro sono stati messi a disposizione d’urgenza per la pulizia completa degli immobili da parte di Veritas e la bonifica degli spazi utilizzati come bivacchi, tra sporcizia di ogni tipo. Poi è entrata in azione Ecis che sta lavorando per chiudere con reti metalliche cento tra porte e finestre. Si usano le reti di ferro elettrosaldato, quindi, nella speranza di fermare le occupazioni di un’area che è stata controllata alla fine di ottobre che ha compreso anche interventi di pulizia, sfalcio del verde spontaneo, bonifica con antivegetativo e disinfettante e rimozione del materiale edile e ferroso presente a ridosso del padiglione De Zottis. All’interno, tra sporcizia e topi, sono state trovate stagnole utilizzate per l'inalazione e l'iniezione di sostanze stupefacenti. Ennesima conferma che qui si spaccia e si consuma droga, come denunciano da tempo i residenti della zona. Vedremo quanto dureranno le sbarre.

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