Restucci: "Con Univeneto lo Iuav c'è"

Amerigo Restucci, rettore dell'Iuav annuncia l'adesione al pool delle università venete. E c'è polemica verso il rettore di Ca' Foscari
Il rettore dell'Iuav Amerigo Restucci
Il rettore dell'Iuav Amerigo Restucci
VENEZIA. "Con l'Univeneto ci siamo anche noi, è ovvio. Abbiamo tardato qualche giorno per avviare una consultazione approfondita degli organismi dell'ateneo, con il personale, gli studenti e i docenti. Del resto a differenza di altri la partecipazione democratica è nello stile della nostra Università".


Amerigo Restucci, rettore dell'Istituto universitario di architettura (Iuav) annuncia l'adesione al «pool» delle università venete. E non nasconde la polemica verso il suo omologo rettore di Ca' Foscari, Carlo Carraro, che insieme ai rettori di Verona e Padova aveva annunciato l'avvio del progetto, qualche giorno fa, in assenza dell'Iuav.


Univeneto è un patto federativo che comprende gli atenei di Verona, Padova e l'Università Ca' Foscari e punta a creare sinergìe, collegare i laboratori, offrire servizi comuni agli studenti, cercare marketing e rapporti con le imprese del territorio.

Il Senato accademico dell'Iuav darà il suo via libera in settimana e il «patto federativo» potrà contare così su tutti e quattro gli atenei veneti con la benedizione del presidente della Regione Luca Zaia.


Professor Restucci, alla prima riunione però Iuav non si è presentato. C'era la volontà di escludervi o voi non avete risposto?
"Ho visto una fretta un po' eccessiva. Bastava aspettare qualche giorno e noi avremmo concluso i nostri iter e dato l'adesione".


Iter un po' complicato?

"Sicuramente diverso da chi all'inaugurazione dell'anno accademico impedisce agli studenti di parlare e chiama la polizia. Noi siamo un'istituzione culturale che da sempre cerca il confronto e il dialogo con la città e le componenti dell'Università".


Dunque prima di dire sì avete consultato tutti.

"Ripeto, fa parte della nostra storia: la democrazia e la partecipazione sono i nostri tratti distintivi, come l'apertura al territorio. Poi non dimentichiamo che pur essendo una piccola Università, 9 mila iscritti, 900 iscrizioni ogni anno, abbiamo tre facoltà molto legate tra loro, Architettura, Pianificazione urbanistica e Design e una forte identità che deriva da una tradizione di alta qualità. All'Iuav hanno insegnato maestri come Carlo Scarpa, Ignazio Gardella, Carlo Aymonino, Vittorio Gregotti".


Quali saranno i vantaggi di Univeneto per le singole Università?

"Il confronto, prima di tutto, la distribuzione dell'offerta senza doppioni, risparmi sui servizi. E poi sinergìe interessanti, che se fatte con la dovuta calma potranno anche aumentare la qualità dell'offerta. Pensate cosa potrebbe uscire da una collaborazione tra l'Ingegneria di Padova e Architettura".


Poi ci sono gli sponsor, i rapporti della ricerca con l'industria.

"Noi lavoriamo già in sinergia con Treviso. Con la Camera di commercio e la CassaMarca. Abbiamo portato la facoltà di design a Treviso per aprire la ricerca al territorio e alle esigenze delle piccole e medie imprese. Non certo perché non avevamo spazi qui in laguna".


Ha funzionato?

"Abbiamo ricevuto 600 domande di iscrizione, ma per il numero chiuso ne abbiamo potute accogliere solo 120. Funziona, altroché".


Dunque da parte vostra non ci sono stati «tentennamenti» o ritardi.

"Ma per carità. E' un progetto che ci piace, che ha un futuro. Ma, ripeto, prima di aderire noi abbiamo fatto esprimere le nostre componenti, a cominciare dagli studenti e dai lavoratori. E' una tradizione di democrazia che a differenza di altri ci teniamo a mantenere".
Argomenti:univenetoiuav

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia