Restituisce al proprietario le “cacche” del dobermann
PORTOGRUARO. Un pacchetto con tanto di fiocco rosa e un biglietto: «Convinta di farle cosa gradita, le faccio pervenire quanto dimenticato, da lei e dal suo cane, davanti il cancello di casa mia». Facilmente immaginabile il profumo della certosina raccolta, che comunque Enrica aveva provveduto a mettere sotto vuoto. Era diventata per lei un'ossessione, un'antipatica consuetudine trovarsi ogni mattina le deiezioni del dobermann davanti al cancello della sua abitazione. La signora Enrica aveva cercato in ogni modo di far desistere l'animale, spruzzando repellenti nelle adiacenze, nella speranza che cambiasse posto, ma non è valso a nulla. Nemmeno dire al proprietario di provvedere alla loro raccolta, visto peraltro la mole dell'animale e quindi delle naturali proporzioni. Come un orologio, il cane ha proseguito regolarmente nelle sue evacuazioni mattutine, sotto lo sguardo del proprietario compiaciuto per la sua regolarità intestinale. Il poeta Pablo Neruda definì l'uomo e il cane l'animale a sei zampe, delle quali però, le uniche responsabili di tanta maleducazione, sono le due dell'uomo. La donna abita in una zona dove spesso uomini e cani fanno le loro sgambate, molti di loro sono muniti del kit per la raccolta delle cacche, ma sembra che i trasgressori siano maggiormente tra i proprietari dei cani grandi. Sarebbe stato più semplice chiamare i vigili, ma, da vecchia insegnante, ha voluto dare una lezione di educazione civica con un tocco di signorile malizia.
Gian Piero del Gallo
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