Restauro del Ghetto, offerte anche da Barbara Streisand e Donna Karan
VENEZIA. Sei pagine sul magazine del New York Times, una cena ristretta nella villa Barbra Streisand a Santa Monica con la stilista Donna Karan, il contributo di 50 mila euro - così, su due piedi - dalla Berg Foundation. Il Ghetto di Venezia, tramite il Venetian Heritage, cerca amici e soldini negli Stati Uniti e gli Stati Uniti iniziano a mobilitarsi per cercare di mettere insieme i sette milioni di euro necessari al restauro delle sinagoghe e del museo ebraico in vista dei suoi 500 anni.
A oggi è stato raccolto un milione e mezzo di euro ma il comitato di salvaguardia conta ora di iniziare a raccogliere ciò che hanno seminato in tre settimane di fund raising su e giù per gli States il presidente della fondazione Valentina Nasi Marini Clarelli e il direttore Toto Bergamo Rossi. Da New York a Miami, da Los Angeles a San Francisco, in ville, palazzi e grattacieli ma anche e soprattutto sulle pagine di “T”, il magazine settimanale del NYT che qualche giorno fa ha dedicato sei pagine alla storia lunga mezzo millennio del Ghetto di Venezia e alla missione del comitato di salvaguardia di preservarla per altri mille.
Il "porta a porta" è destinato a dare i suoi frutti a breve, man mano che magnati, editori, finanzieri e imprenditori della grandi famiglie ebraiche americane - ma non solo - daranno il loro contributo. Intanto, in un colpo solo, sono arrivati i 50 mila dollari dalla Berg Foundation come concorso alla realizzazione della mostra che si terrà a Palazzo Ducale nel giugno del 2016 dal titolo “Gli ebrei, Venezia e l'Europa”. Anche la cantante Barbra Streisand, nel corso di una cena nella sua reggia di Santa Monica, si è messa una mano sul cuore e ha promesso il suo appoggio insieme all’amica Donna Karan.
Quanto raccolto finora, tuttavia, non basta. Il restauro delle cinque sinagoghe e il rinnovo con ampliamento del museo ebraico costeranno infatti intorno ai sette milioni di euro. Poichè la data del 29 marzo 2016 è in realtà molto vicina è possibile che il complesso intervento di restauro proceda a tranche, in base ai fondi reperiti, per garantire la mostra a Palazzo Ducale, il concerto-racconto alla Fenice e almeno una parte del nuovo museo.
Di certo c’è chi non è stato a guardare, come le famiglie Tisch e Taubman sulle quali dev’essere pesata la cortesia di Barry Diller, marito della stilista Diane von Furstenberg, ex direttore generale della Paramount e della Fox, e considerato uno degli uomini più ricchi degli Stati Uniti, che hanno staccato assegni senza badare agli zeri.
Manuela Pivato
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