Restauro da 18 mesi a palazzo Granaio negozianti in rivolta
CHIOGGIA. Entro fine anno partirà il restauro di palazzo Granaio, ma gli esercenti del piano terra non ne sanno nulla.
Il progetto, che oggi alle 16 sarà anche al centro di una commissione consiliare, è alle battute finali dell’iter. Il cantiere durerà un anno e mezzo e i quattro negozi dovranno chiudere per alcuni mesi a rotazione e senza indennizzi. In linea teorica il progetto prevede anche che una delle attività sparisca, ma si sta pensando ad una modifica. Del restauro di palazzo Granaio, il più vecchio della città, si parla almeno da 20 anni. È stato più volte rimandato per le difficoltà a trovare un accordo con i privati che gestiscono le attività del piano terra (due bar, una macelleria, il negozio del piparo) e per intoppi burocratici. All’inizio si era ipotizzato di spostare le attività in altri spazi, poi di prevedere un indennizzo per i mesi di stop. Invece non ci sarà nulla di tutto ciò.
Le attività chiuderanno per alcuni mesi e finiti i lavori rientreranno nei loro spazi ristrutturati. Forse sarà prevista qualche formula che assicuri contratti di locazione più lunghi dato che si tratta di un palazzo comunale di cui sono affittuari temporanei. «Contiamo di partire entro fine anno», spiega l’assessore ai lavori pubblici, Riccardo Rossi, «è un intervento atteso che riporterà a tutto il suo splendore uno dei palazzi più belli di Chioggia. il cantiere costerà circa un milione di euro e durerà un anno e mezzo. Procederà per stralci in modo da ridurre i tempi di disagio per le attività commerciali. Non possiamo prevedere indennizzi, al limite studieremo qualche agevolazione nei contratti». Gli esercenti si sono affidati ad un legale perché segua la vicenda e li tuteli in tutte le sedi opportune. Il timore è quello di uno stop troppo lungo che possa minare la continuità dell’attività. L’ultimo incontro con l’amministrazione risale allo scorso gennaio e da allora gli esercenti non hanno più saputo nulla. Non mettono in discussione la necessità di un intervento serio di restauro, ma lamentano una mancanza di informazioni puntuali. Allo stato attuale non sanno nulla di quanto dovranno chiudere e da che data. Sono anche preoccupati che il progetto non sia modificato e un’attività debba chiudere definitivamente.
Elisabetta Boscolo Anzoletti
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