Resta a casa anche la moglie di Pasetto
Ottava sanzione disciplinare, a casa anche la moglie di Marco Pasetto. L’agente di polizia locale Barbara Maggioli è stata colpita dall’ennesimo provvedimento disciplinare e annuncia ricorso al Tribunale del Lavoro per mobbing da demansionamento. Dopo il marito, al secolo vice comandante e caposervizio della polizia amministrativa sandonatese, a sua volta licenziato in tronco e in eterna causa con il comandante del corpo, Danila Sellan, ora tocca alla consorte.
Era l’unico agente di polizia locale destinata alla biblioteca. La Maggioli, dopo una serie di visite mediche, aveva dimostrato non poter più eseguire infatti i suoi compiti all’esterno, sulle strade. Ma il posto in ufficio della polizia locale per lei non era stato trovato e così era scattato un discusso trasferimento alla biblioteca civica. Allora l’agente si era presentata in divisa, rispettando gli orari del comando in assenza a suo dire di un preciso ordine di servizio che mutasse i suoi incarichi e doveri. Questo ha avviato una serie di nuovi contenziosi culminati in nuove sanzioni che adesso, a distanza di due anni, stanno sortendo gli effetti. Resterà a casa inizialmente per un mese, poi altri tre mesi, e con stipendio dimezzato. Ma ha già annunciato ricorso per mobbing dovuto tra l’altro al demansionamento e chiederà un risarcimento di non meno centomila euro.
Pasetto è stato colpito da qualcosa come 64 sanzioni disciplinari ed è ora licenziato, seppure continui la causa con la comandante che potrà riservare altre sorprese tra processi e vizi di forma sollevati da Pasetto. «Ci hanno ridotto sul lastrico», commenta l’ex capo servizio di polizia amministrativa, «e abbiamo due figlie da mantenere con tutti i costi di una famiglia. Lo hanno fatto perché noi abbiamo voluto fossero rispettate le leggi e i regolamenti e soprattutto i diritti dei lavoratori. Io licenziato e ancora in causa, adesso mia moglie che è stata colpita da una sanzione i cui effetti arrivano tra l’altro solo dopo due anni. Quello che mi stupisce di più è in fondo che questa nuova amministrazione comunale non abbia cambiato le cose e pertanto si sia resa colpevole delle stesse violazioni e manchevolezze della precedente».
La possibilità è che il braccio di ferro sia solo all’inizio e che questa condizione unica in un Comune possa un giorno dare ragione alla coppia che prepara richieste di risarcimenti da migliaia e migliaia di euro. (g.ca.)
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