«RespectVenice non basta» Le opposizioni all’attacco

Turismo, critiche di Pd e M5S ai provvedimenti: «È solo la politica degli annunci» E domani va in scena la commedia “Venice Land, a Venezia è sparito il futuro”
Interpress/Mazzega Scattolin Venezia, 10.06.2015.- Afa a Venezia, ragazzini fanno il bagno in canale (Del Megio)
Interpress/Mazzega Scattolin Venezia, 10.06.2015.- Afa a Venezia, ragazzini fanno il bagno in canale (Del Megio)
Controllo dei flussi o ennesima guida per il turista, compresi gli itinerari «alternativi» e l’offerta di alloggio? L’opposizione va all’attacco di «Enjoy Respect Venice», la campagna per il decoro lanciata dal Comune nell’ambito del progetto presentato all’Unesco. «Invece di limitare il numero dei turisti si fa l’ennesima guida per dare indicazioni operative a chi arriva», dice il consigliere del Pd Nicola Pellicani, «non si fanno le politiche del turismo con gli slogan». «Provvedimenti insufficienti», dice Davide Scano del Movimento Cinquestelle, «la situazione peggiora di giorno in giorno». Il “dodecalogo” di EnjoyRespect è stato pubblicato da due giorni sul sito istituzionale del Comune. Il logo proiettato sul campanile la notte del Redentore. «Di tutti i provvedimenti annunciati», dicono i consiglieri di opposizione, «resta solo questo dei buoni consigli. Non abbiamo ancora visto i vigili della polizia turistica. Aspettano l’autunno per metterli in servizio?». Intanto si moltiplicano i tuffi dal ponte di turisti accaldati, i visitatori esausti che consumano il panino e girano senza maglietta, la ressa sui ponti e nelle calli. I consigli e gli «inviti a rispettare la città» sicuramente non bastano a fermare l’invasione.


Nel pacchetto dell’amministrazione, rincarano la dose i consiglieri, provvedimenti operativi non se ne vedono. Anzi. Un caso emblematico è l’utilizzo del Geoportale con la mappa delle strutture ricettive. Era stato presentato come strumento di lotta all’evasione e alle strutture abusive. Adesso diventa una guida per il turista. «Cliccando con il mouse potrai verificare le informazioni che ti permetteranno di contattarla», si legge nelle istruzioni. Con l’invito a segnalare quelle «non registrate». Tra i punti del dodecalogo ci sono anche gli itinerari culturali organizzati dalla Fondazione musei. E gli «Itinerari sostenibili al di fuori dei soliti percorsi». Anche in questo caso non ci sono divieti o diverse organizzazioni degli arrivi, ma soltanto «consigli di buon comportamento». «Il resto arriverà a settembre», dicono a Ca’ Farsetti. Come la sperimentazione sul numero chiuso in piazza San Marco e le prenotazioni obbligatorie.


Progetti che sono stati impostati. Ma intanto il dodecalogo non basta. E non funziona anche nei divieti inseriti, peraltro già contenuti nel regolamento di polizia urbana, come il divieto di sporcare e attaccare lucchetti, dar da mangiare ai piccioni, bivaccare in piazza San Marco. Visto l’esiguo numero di vigili urbani in servizio.


Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Città sempre più invasa da orde di turisti giornalieri. Vaporetti e calli strapiene, e un numero che ormai ha superato l’emergenza. Con queste proiezioni, i turisti a fine 2017 potranno superare i 30 milioni, il doppio dei residenti che sono rimasti poco più di 50 mila. Gli abitanti desolati non hanno strumenti per intervenire. E chi non vive di turismo stenta a sopravvivere. Così la storica Compagnia de’ Calza «I Antichi», protagonista del rilancio del Carnevale veneziano negli anni Ottanta, ha deciso di affidare al teatro la sua disperata protesta contro lo stravolgimento della città.


“VeniceLand, a Venezia è sparito il futuro”, è il titolo della tragicommedia farsesca che metteranno in scena domani sera al teatrino de i Antichi alla Salute. «Non è il solito piagnisteo», dice Luca Colferai. Personaggi della Venezia di oggi, regia di Germano Nenzi, idea di Alberto Madricardo. «Non solo una rappresentazione, ma un appello a tutti i veneziani», dicono. «In una Venezia distopica tutti i tentativi, anche i più radicali, di conciliare turismo e città sono miseramente falliti», attacca come sempre tra il serio e il faceto Colferai, «il primo cittadino si affida ad una spietata multinazionale produttrice di armi di distrazione di massa per la Soluzione Finale al problema Venezia, con il compiaciuto sostegno degli aborigeni più stolidi e la vana opposizione di sparute minoranze. Ma quando tutto sembra pronto per il Successo Assoluto...».


©RIPRODUZIONE RISERVATA


Riproduzione riservata © La Nuova Venezia