Residenza Riviera del Brenta, prime vittime

Alla Ipab di Dolo quattro i decessi, con 130 positivi fra ospiti e operatori. Primi positivi anche alla Contarini della Gazzera

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Alla Residenza Riviera del Brenta il Covid miete le prime quattro vittime. Rimane quello dell’Ipab di Dolo il fronte più caldo e più fragile, al momento, della lotta al Covid nel Veneziano. All’interno della struttura si contano infatti 92 anziani (su poco più di 140) e una quarantina di operatori sanitari positivi, per un totale che supera i 130 casi, divisi tra le due strutture di viale Garibaldi e Villa delle Rose. La presidente Maria Giannuzzi Miraglia, contattata al telefono, non confermare le cifre.

Intanto il Covid è penetrato anche all’interno del Centro servizi Contarini, alla Gazzera. L’unica struttura dell’Ire che, in questa seconda ondata, era rimasta impermeabile al contagio.

I casi, per il momento, sono molto limitati, riguardando tre anziani e due dipendenti. Già oggi, spiega il direttore dell’area socio-sanitaria Gianangelo Favaretto, si procederà con un’altra tornata di tamponi a tappeto.

Rimanendo nella galassia Ire, il focolaio all’Antica scuola dei Battuti si sta spegnendo: nella struttura ci sono ancora 7 anziani e 5 operatori positivi. Si conta un nuovo contagio nella casa di riposo di San Giobbe, con il totale dunque di 30 positivi, di cui 21 ospiti. Mentre rimangono 18 gli anziani (4 ricoverati) e 12 i lavoratori contagiati nella struttura alle Zitelle. Infine, uno l’operatore positivo a San Lorenzo.

Tornando in provincia, sono sempre 37 gli ospiti positivi all’interno della casa di riposo Mariutto di Mirano. Mentre sta arretrando il focolaio alla Don Moschetta a Caorle, dove nei giorni scorsi si è registrata la morte di una donna di 95 anni, asintomatica fino al giorno precedente alla scomparsa.

All’interno della struttura, nell’ultima settimana si è contato un solo nuovo contagio, a fronte di sette negativizzazioni. Due gli ospiti che versano nelle condizioni più critiche. Un fronte che preoccupa è quello della casa di riposo Anni Sereni di Scorzè, dove fino a venerdì si contava un solo caso. Non sono 62, come si credeva in un primo momento, bensì 57 i contagi attivi tra i 120 ospiti, visto che cinque sono risultati in realtà falsi positivi.

Di recente c’è stato anche un decesso. A questi dati bisogna aggiungere i 12 operatori che risultano positivi. La sindaca Nais Marcon e la direzione di Anni Sereni sono in contatto per capire come muoversi.

Per adesso, i pazienti sono stati risistemati in modo da preservare i negativi ed evitare che il virus si possa propagare ancora. E lo stesso dicasi per i positivi, che sono seguiti da medici e personale. «Il tutto è emerso solo nel fine settimana» conferma Marcon, «perché sino a venerdì non c’era alcuna avvisaglia. I numeri sono leggermente più bassi rispetto a quanto emerso all’inizio, ma pur sempre elevati. So che ad “Anni Sereni” hanno subito affrontato la situazione, prendendo dei provvedimenti per ridurre i contatti». In questo momento il timore più grande è impedire che i positivi aumentino, anche se solo nei prossimi giorni, con l’esecuzione di altri tamponi, il quadro della vicenda sarà più chiaro. —

Laura Berlinghieri

Alessandro Ragazzo

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