Renzi risponde a Brugnaro «Un patto per Venezia»

Il premier annuncia al telefono «interventi straordinari» per la città e si augura che il sindaco voti sì al referendum. «Se vince il no, Matteo non si dimetta»
Di Alberto Vitucci

VENEZIA. Dopo Firenze e Milano, un «Patto per Venezia». Non è più solo una promessa: alla richiesta che da tempo il sindaco Luigi Brugnaro avanza al governo ha risposto ieri in diretta il premier Matteo Renzi. «Faremo interventi straordinari in tante città, tra cui Venezia che se lo merita», ha risposto Renzi al direttore del Foglio Giuseppe Cerasa che stava conducendo a Milano al teatro Parenti un dibattito con i tre sindaci Giuseppe Sala (Milano), Flavio Tosi (Verona) e lo stesso Brugnaro.

«Il futuro delle città e la crescita del Paese, come si ricostruisce l’Italia» il titolo del convegno. Occasione per parlare di amministrazione, ma anche di politica nazionale e di referendum. «Sarebbe bello se un sindaco riformista come Brugnaro, anche se viene da un’esperienza civica di centrodestra, votasse “sì” al referendum, che è uno strumento per cambiare l’Italia», butta lì il premier. Anche se, precisa, «non si tratta di «un do ut des» ma «voglio sperare che Brugnaro voti “sì”, lo so che ce l’ha nel cuore», conclude. Brugnaro risponde: «Che vinca il sì o il no non ci sarà alcuna apocalisse». E aggiunge: «Anche se vincesse il no, Renzi non deve dimettersi».

Intanto la promessa è ufficiale. Brugnaro la illustrerà nei dettagli lunedì a Mestre nel corso di una conferenza con il suo assessore al Bilancio Michele Zuin. I provvedimenti principali, ancora da definire nei dettagli, riguardano lo sblocco della bonifica e dei finanziamenti per il rilancio dell’area industriale, contributi della Legge Speciale, nuove partite di bilancio per l’autonomia finanziaria.

«Gli ultimi governi si sono dimenticati di Marghera», ha detto Brugnaro, «eppure si tratta della seconda area industriale d’Europa». Il sindaco ricorda la tradizione di accoglienza della città. «Venezia accoglieva tutti, ma tutti dovevano sottostare alle sue regole». Sull’immigrazione propone di adottare il modello di altri Paesi. «L’Italia è l’unico Paese con le frontiere aperte. Serve una soluzione radicale, un blocco a 13 chilometri dalla costa». Ripete il suo mantra sul lavoro ai giovani e il sistema Italia. Rilancia l’idea del porto off-shore e delle «aree logistiche per sbarcare le merci per tutto l’Alto Adriatico». Attacca chi vuole uscire dal’Europa con esplicito riferimento ai suoi alleati della Lega. «Sono convito dell’Europa. Chi vuole uscire dall’Europa è un pazzoide». Plaude all’elezione di Trump: «Dimostra che gli Stati Uniti sono un grande esempio di democrazia». Chiede la fine delle sanzioni alla Russia. E inneggia alla solidarietà.

Adesso si attende la stesura del decreto promesso da Renzi. Intanto oggi in città la manifestazione dei comitati in difesa della residenza. Il sindaco sarà fuori città. Ma ha offerto ai manifestanti la disponibilità a un incontro in Comune con la giunta e il capo di gabinetto.

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