Renzi e Hollande firmano a Venezia il patto su Libia e Tav

VENEZIA. Il palazzo dei Dogi torna al centro della politica internazionale. Il premier Matteo Renzi e il presidente francese François Hollande con i loro ministri hanno partecipato ieri pomeriggio al 33° vertice bilaterale fra Italia e Francia. Un summit in cui si è parlato di crisi e di terrorismo, di migranti, accordi economici e cultura. Con la firma “storica” del protocollo d’intesa sulla Tav, l’Alta velocità per collegare Torino a Lione, sottoscritto dal ministro Graziano Delrio e dal suo omologo d’Oltralpe Alain Vidalies. «Il tema anima i nostri incontri beh, da una ventina d’anni», ha scherzato il presidente francese, «e forse adesso Matteo potrà mettere fine a queste discussioni. Non sono sicuro che io potrò esserci per l’inaugurazione, ma forse lui, che è giovane, sì». Megaopera da 8 miliardi che sarà pronta tra 12 anni. Salutata in mattinata dalle contestazioni dei comitati.
Il summit internazionale. Un vertice voluto dal sindaco Luigi Brugnaro, che ieri ha fatto gli onori di casa. «La nostra città ha un ruolo internazionale, questa ne è la dimostrazione», ha detto soddisfatto. Renzi è sembrato riprendere il concetto: «Una straordinaria città, meraviglia del mondo», attacca, «ci ricorda com’è l’Italia, com’è la Francia. Abbiamo bisogno di questa bellezza». Vertice aperto nel segno di Valeria Solesin, la ricercatrice veneziana uccisa dai terroristi al Bataclan. Entrambi i presidenti la ricordano con intensità, dopo avere incontrato, a margine dei lavori, i genitori della ragazza e la famiglia del findanzato Andrea. Valeria è diventata un simbolo dell’Europa e dell’integrazione, della libertà e della lotta all’oscurantismo.
La giornata delle delegazioni. La delegazioni dei due governi erano arrivate a Venezia a metà pomeriggio. La pattuglia dei ministri trasferita dall’aeroporto al Molo di San Marco a bordo di un Gran Turismo, Renzi e Hollande sui motoscafi della Prefettura. Piazza chiusa con le transenne, nell’area che va dalla Basilica alla Marciana, da palazzo Ducale al Molo. Bonificata anche con l’aiuto dei cani antiesplosivo, presidiata in forze da polizia, carabinieri, Finanza, Forestale e vigili urbani. I ministri sbarcano alle 16.40, il responsabile dell’Economia Piercarlo Padoan, le ministre Pinotti (Difesa), Boschi (Riforme) e Madia (Pubblica amministrazione), il responsabile degli Esteri Gentiloni, dei Lavori pubblici Graziano Delrio, dell’ambiente Galletti. Alle 16.50 arrivano insieme Hollande e Renzi. Si fermano davanti al tappeto rosso steso in Piazzetta fino all’ingresso di palazzo Ducale, la monumentale Porta della Carta. La fanfara dei carabinieri in alta uniforme - 50 elementi - suona gli inni nazionali, prima la Marsigliese, poi Fratelli d’Italia.
Omaggio a Valeria. «Ai funerali di Valeria», dirà poi Renzi in conferenza stampa, «in piazza San Marco è stata suonata la Marsigliese: per molti di noi un brivido è corso lungo la schiena». Si parla di giovani, negli incontri bilaterali allestiti negli appartamenti del Doge. Della mobilità tra giovani, con il servizio civile che si potrà fare anche in Francia. E poi di energia e finanza “verde”, scambi culturali, ambiente, con i complimenti di Renzi a Hollande per gli accordi di Parigi sul clima. «La firma al Palazzo di vetro a metà aprile sarà un passo importante. Grazie alla Francia».
I due leader. Si piacciono, i due leader di Francia e Italia. Parlano spesso a bassa voce e in tono confidenziale nelle pause della cerimonia, scherzano. Si danno del tu. «Caro Matteo», attacca Hollande. Il presidente francese alza la testa e guarda con ammirazione i capolavori che adornano le pareti della sala del Senato. Renzi non dimentica gli elogi per l’alleato storico e per i «tanti obiettivi comuni dei due Paesi». Primo fra tutti, adesso, la lotta al terrorismo. Renzi definisce «troppo lungo» il vertice europeo di Ankara. Bacchetta Erdogan sulla libertà di stampa, «valore primo della democrazia».
Qualche domanda sul jobs act e sulla Libia. Poi tutti a cena nella grande sala dello Scrutinio. Sommersi di “bellezza” fra le enormi tele di Tintoretto, Veronese, Palma il Giovane. In serata il ritorno a Roma e Parigi a bordo di aerei di Stato.
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