Renzi a Venezia, la richiesta dei comitati: «Stop al Consorzio Venezia Nuova»

Una lettera aperta per fermare le grandi opere in laguna. Italia Nostra: adesso bisogna revocare la concessione unica
AGOSTINI VENEZIA 23.10.2009.- VENEZIA CAMP 2009. ARSENALE.- INTERPRESS
AGOSTINI VENEZIA 23.10.2009.- VENEZIA CAMP 2009. ARSENALE.- INTERPRESS

VENEZIA. «Renzi fermi il Mose e le grandi opere che la città non vuole. Sospenda i finanziamenti del Cipe al Consorzio Venezia Nuova e istituisca una commissione di esperti indipendenti che dìa risposte alle tante domande irrisolte sulle criticità del sistema Mose». Il premier arriva in laguna e comitati e associazioni sono pronti ad accoglierlo per rilanciare la loro richiesta, inascoltata da anni. Una «lettera aperta» al Presidente del Consiglio sarà consegnata dai comitati «Ambiente Venezia e No-Mose», che manifesteranno anche davanti all’ingresso dell’Arsenale dalle 10,30.

«Chiediamo di votare subito, per affrontare con un nuovo governo della città tutti i problemi sul tappeto», dice il portavoce Armando Danella, «se Renzi vuole può farlo con un decreto. Nel frattempo vanno sospesi i finanziamenti e i lavori della grande opera e nel frattempo non vanno prese decisioni». Sulla stessa linea anche Italia Nostra, che ieri ha inviato a Renzi una lettera aperta firmata dalla presidente veneziana Lidia Fersuoch. «Quanto è successo a Venezia non ci meraviglia», scrive la presidente a Renzi, «perché da anni ci battiamo contro la concessione unica che ha permesso allo stesso soggetto di progettare, studiare e realizzare le opere. Nel frattempo stando all’inchiesta della Procura il Consorzio Venezia Nuova ha comprato il silenzio di molti, e in particolare di chi doveva controllare come il Magistrato alle Acque, tentando di far tacere gli irriducibili. Adesso occorre finalmente ascoltare i tecnici indipendenti che hanno sempre ciricato l’opera. E dar vita a un nuovo Magistrato alle Acque, non più legato alle Infrastrutture».

Stop al Mose, dunque. Perché dopo le rivelazioni dell’inchiesta tutto va rivisto sotto una nuova luce. «Chiediamo rispetto per Venezia», continua la lettera di Italia Nostra, «anche per quanto riguarda la questione grandi navi». «Caro presidente», scrive ancora la Fersuoch, «le chiediamo anche di non imporre alla nostra città una nuova grande opera contro il parere della comunità scientifica e dei cittadini veneziani, come lo scavo di un canale in mezzo alla laguna per farci passare le grandi navi. Non sarebbe compatibile con la tutela della laguna prevista dalla legge».

No al Contorta, dunque, grande opera voluta dal Porto per far passare le navi dirette in Marittima senza attraversare San Marco e il canale della Giudecca. Ipotesi che però non va bene neanche ai comitati Ambiente Venezia e “No Grandi Navi”. «Chiediamo di prendere in considerazione», dice Danella, «progatti più economici e compatibili, come il nuovo terminal a San Nicolò, fuori dalla laguna. Così si tutela la laguna e anche l’attività delle crociere». Ipotesi che il Comitato Cruise Venice però non condivide. E il suo presidente Davide Calderan consegnerà a sua volta una lettera al premier Renzi. Chiedendo la «tutela del lavoro e scelte coraggiose che possano difendere il comparto e i posti di lavoro». «Troppe incertrezze e troppo tempo perso», scrive, «hanno causato alle nostre attività soltanto danni». Non ultima la scelta della Costa crociere di dirottare alcune grandi navi su Trieste.

«La responsabilità», replica Silvio Testa, ex portavoce del Comitato, «è di chi invece di trovare alternative praticabili ha insistito in questi anni con ipotesi distruttive come lo scavo di nuovi canali. Noi non siamo contro le crociere, ma contro le navi incompatibili».

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