Renzi a Venezia: "Grazie alla Biennale, l'Italia non è solo un museo, fa cultura e innovazione"

VENEZIA. "Siamo molto fieri e onorati della Biennale. Per me è la prima volta come presidente del Consiglio, ma abbiamo grande attenzione verso questo evento, perché il futuro del mondo è la cultura che si apre all’innovazione. L’Italia non è solo museo, ma un laboratorio". Così il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, alla Mostra internazionale di architettura della Biennale di Venezia, che ha inaugurato sabato mattina: "Mi auguro che nella prossima sessione del G7, che sarà in Italia, ci sia uno spazio interamente dedicato ai cambiamenti delle città, dunque anche all’architettura", ha aggiunto.
Una visita durata circa due ore: il premier Renzi è arrivato puntuale alle 11 a Ca' Giustinian, insieme alla moglie Agnese (completo pantaloni bianco candito e tacchi alti): prima la premiazione dei vincitori dei Leoni della Biennale di Architettura , poi la visita ai padiglioni delle Corderie e dei Giardini, dove per altro ha "rischiato" di incrociare anche Beppe Grillo, da due giorni in visita alla Biennale .
Il premier Matteo Renzi è alla sua quarta visita ufficiale, per inaugurare la 15esima Biennale di architettura, che rappresenta un segnale forte della politica che l’Italia vuole sui temi dell’accoglienza dei migranti, dello sviluppo delle periferie e della difesa della qualità della vita.. Progetti e studi coordinati da Alejandro Aravena ispirati anche al tema dell’accoglienza dei nuovi profughi: e proprio per questo Renzi ha voluto essere presente.
Nel suo discorso di ringraziamento alla Biennale per il lavoro svolto, il premier ha annunciato un investimento di 500 milioni di euro per un "progetto periferie" e il recupero delle aree urbane degradate: tema che si ritrova al centro della Biennale di Architettura firmata da Alejandro Aravena.
Alle 14 il saluto e la corsa verso l'aeroporto, per andare a Trieste per firmare un accordo sul Porto Vecchio. In serata, la Calabria per il nuovo cavo sottomarino che attraversa lo Stretto di Messina
Nella visita ai Giardini e all'Arsenale, insieme alla moglie Agnese, il premier è stato accompagnato dal ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, dal direttorere Aravena, dal presidente della Biennale Paolo Baratta in visita anche alcuni padiglioni, prima di tutto quello tedesco. Un simbolo di questa Biennale con il grande plastico che rappresenta le città dell’accoglienza. Le piccole case che diedero accoglienza ai profughi dell’immediato dopoguerra, quando nel 1946 10 milioni di persone arrivarono e rientrarono nella Germania liberata dal nazismo. E dall’altra parte della grande sala delle Corderie la grande carta geografica con la Germania di oggi. E il nuovo flusso di migranti che entrano da Sud, provenienti dalle aree di crisi e di guerra del Medio Oriente, della Siria e della Libia.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia