Regolamento sale slot, pronti i ricorsi
«È un regolamento molto penalizzante che per noi non risolve il problema della dipendenza da gioco: è chiaro che di fronte a limiti così stringenti ci saranno i ricorsi dei gestori». È tranchant il giudizio del presidente veneto del Sapar (Servizi pubbliche attrazioni ricreative), Mauro Vettorello, imprenditore mestrino titolare della Triveneta Giochi. Ieri mattina ha ricevuto decine di telefonate dai gestori di sale slot e Vlt (Videolottery) preoccupati per il nuovo regolamento-guida redatto dalla prefettura, e che i comuni sono ora pronti ad adottare con voto del consiglio comunale. Un regolamento frutto di mesi di lavoro con le amministrazioni, con i Serd e le associazioni, con l’obiettivo di limitare la dipendenza dal gioco.
I vincoli principali riguardano la distanza minima per le nuove aperture di 500 metri dai luoghi sensibili come scuole, parchi e ospedali, e le fasce orarie, che invece varranno anche per le attività già in funzione: 10-13 e 17-20 per le sale giochi e 12-19.30 per l’accensione di slot e Vlt nei bar e nelle tabaccherie. È soprattutto sulle fasce orarie che quelli del Sapar sono pronti a dare battaglia. In due modi: con i ricorsi dei singoli gestori, nei comuni in cui verrà adottato il regolamento. E con una proposta: allargare le fasce orarie per quegli esercenti che, frequentando uno specifico corso di formazione, saranno in grado di individuare e avvicinare - cercando di indirizzarli ai Servizi per le dipendenze dell’Asl - coloro che hanno un rapporto patologico con il gioco. Sul fronte amministrativo i ricorsi al Tar sono forse la mossa più prevedibile ma l’impianto normativo del regolamento, come spiegano dalla prefettura, è stato realizzato proprio per fronteggiare i ricorsi. In alcuni recenti casi, ai gestori che impugnavano le singole iniziative di comuni - ad esempio a Padova o a Bardolino - il Tar ha dato torto. Sul fronte, propositivo, dei corsi per gestori e baristi, alcuni passi in avanti sono stati fatti.
La settimana scorsa c’è stato un incontro tra i presidenti nazionale e regionale del Sapar e il sociologo referente del settore del gioco del Serd di Mestre, Silvano Felisati, e un nuovo incontro, per capire cosa si possa fare e come si possano organizzare i corsi, è in programma per domani mattina. «Avere gestori responsabili è il modo migliore per affrontare questo problema», è il punto di vista del Separ, che a Venezia per la prima volta deve fare i conti con un solo regolamento che potrebbe - anzi, dovrebbe - essere adottato da tutti i comuni. Oggi sono 367 i pazienti con Gap (condotta da gioco d’azzardo patologico) seguite dai Serd delle Asl veneziane, ma si stima, al ribasso, che siano almeno 4mila le persone con dipendenza. E, come ha spiegato venerdì la responsabile del Serd del Veneto orientale, Emilia Serra, la limitazione delle possibilità di gioco - come la limitazione delle ore - è tra gli interventi che, a livello scientifico, vengono riconosciuti come fondamentali per ridurre la propensione a giocare non solo di chi è già dipendente, ma di chi rischia di diventarlo. Un regolamento che serve a prevenire e che i sindaci aspettavano per intervenire in modo omogeneo.
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