Registro unioni civili e polemiche

San Donà. Sel critico con la giunta e il sindaco: «Cereser non vuole farlo»

Diritti civili, Sel chiede risultati all’amministrazione comunale. A due anni dall’elezione del sindaco Andrea Cereser e su un tema fondamentale come quello dei diritti civili non si sarebbero visti dunque risultati. Il partito si attendeva di più dopo il decennio leghista. Adesso non ci sono neppure più i voti della destra alleata con Cereser.

«Nel primo anno di giunta», spiegano i rappresentanti di Sel, «esisteva il condizionamento dell’alleato di destra Oliviero Leo che su questo tema aveva più volte posto il veto. Ora Leo non è più parte della maggioranza e, nel frattempo, autorevoli esponenti del Pd come l’ex segretario David Vian e il presidente del Consiglio Rizzante si sono espressi a favore dell’istituzione del “Registro delle unioni civili”. Eppure nulla. È evidente che, a questo punto, quella di Cereser e della sua giunta è una chiara scelta politica e non un’imposizione dovuta al mantenimento di difficili equilibri di giunta».

«Una scelta», continuano, «che delude una consistente componente dell’elettorato che lo ha sostenuto, compreso noi di Sel, disattende il programma sottoscritto e soprattutto viene meno alle speranze di cambiamento che questa elezione aveva indotto in moltissimi sandonatesi. L’istituzione del “Registro delle unioni civili” avrebbe potuto essere il vero atto che poneva fine al lungo periodo delle giunte di destra e che segnava l’inizio di una nuova era per la città».

Gli esempi ai quali attingere ci sono e Sel suggerisce una strada da seguire. Esiste già, infatti, una normativa che prevede il riconoscimento della famiglia anagrafica. «In questo caso», ricordano, «s’intende un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozioni, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti e aventi dimora abituale nello stesso Comune. Il registro della famiglia anagrafica è stato approvato per la prima volta a Padova nel 2006 e ha superato il giudizio di legittimità del Tar, quindi si può approvare ovunque. Molti Comuni hanno fatto un primo passo, in attesa di una legislazione nazionale. Solo nel Veneto ci sono gli esempi di Marcon, Abano Terme , Belluno e Treviso. Il sindaco di Treviso è del Pd e ha la stessa formazione cattolica del nostro primo cittadino e questo non ha costituito un impedimento. Lo stesso si può dire per il sindaco Pd e cattolico di Roma, Ignazio Marino che ha emanato analoghe ordinanze». (g.ca.)

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