Regione, avanti sull’ex Vida il comitato prova a resistere
Il vice Forcolin: «Dobbiamo dare seguito agli impegni presi con l’imprenditore» Cittadini e associazioni scrivono a Zaia e Brugnaro, domani assemblea pubblica
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 18.11.2017.- Performance alla Vida in campo San Giacomo dall'orio.
Sulla Vida, la Regione non retrocede di un passo e punta allo sgombero (già disposto dalla Procura) per consegnare i locali all’imprenditore Alberto Bastianello, che li ha acquistati. Ma gli abitanti e le associazioni che in questi due mesi hanno trasformato i 220 metri quadri in campo San Giacomo in un centro civico molto vivace, credono ancora in una soluzione possibile e chiedono un incontro aperto a tutti - Regione, Comune, acquirente, Ministero - per trovare una soluzione.
La Regione.
«È chiaro che dobbiamo dare seguito agli impegni presi», dice l’assessore e vicepresidente regionale Gianluca Forcolin, «abbiamo affidato la questione all'avvocatura per riportare il prima possibile nell'alveo della legalità la questione. Abbiamo atteso i 60 giorni previsti per la prelazione e nessuno si è mosso: il rogito è firmato, l’acquirente ha pagato tutto due mesi fa. Non ho capito perché i residente si rivolgano alla Regione: il problema è quello della destinazione d’uso ed è il Comune di Venezia a dover decidere. La Vida era tra i beni in vendita da anni: non è nella nostra
mission
tenere questo genere di beni». E Forcolin conferma anche l’intenzione della Regione di vendere la sede della giunta a Palazzo Balbi: «È nel piano alienazioni, ne ha sempre parlato il presidente Zaia, per riunire gli uffici nella sede di Grandi stazioni, più facilmente raggiungibile».
Abitanti e associazioni Antico teatro anatomico
, però, non mollano. «Ci sembra di aver dimostrato che l'uso di spazi pubblici con funzione culturale e relazionale fa bene alla città e sollecita la partecipazione dei cittadini», scrivono al presidente Zaia, al sindaco Brugnaro, ai consiglieri regionali e comunali, alla soprintendenza, per chiedere un incontro urgente, «lo vogliamo fare con proposte che si confrontino con le esigenze e le legittime aspettative di tutti gli attori in campo che, in forme diverse, hanno tenuto conto di questa nuova realtà derivata dalla positiva “riapertura” a scopo culturale e sociale». Da qui i ringraziamenti ai consiglieri che hanno difeso «il nostro progetto, con l'impegno a non concedere un eventuale cambio d’uso e la presa di posizione contro il paventato sgombero, e «l’apprezzamento all’acquirente Alberto Bastianello, sensibile nell'aprirsi a soluzioni alternative, dichiarandosi disposto a “fare un passo indietro”». Gli animatori della Vida “libera” ricordano che il Ministero per i Beni culturali ha chiesto alla Soprintendenza di esprimersi in merito alla vendita, e «che c’è stata l’intenzione dichiarata dal presidente della Regione Zaia ad interessarsi del caso delegando proprio il vicepresidente Forcolin ad occuparsene. Un dialogo è possibile: proponiamo allora che venga convocato un incontro tra tutti i soggetti coinvolti per una discussione sulle forme di gestione pubblica dello spazio per arrivare ad una soluzione condivisa, ritenendo questa una “richiesta di legalità”, finalizzata a mantenere l’immobile nella sua destinazione d’uso attuale che è sempre stata ed è tuttora pubblica».
L’utilizzo
. Bastianello ha acquistato la Vida convinto di poterne fare un ristorante, ma la destinazione è ad uso pubblico, dagli spazi espositivi a quelli religiosi: il Comune dovrebbe concedere il cambio d’uso e non è scontato. E la Regione lo sapeva sin dal 2005: Ca’ Farsetti aveva specificato alla direzione Affari generali della Regione quali fossero i possibili usi della Vida, come dimostra un documento in possesso delle associazioni. Assemblea pubblica sabato alle 11.30.
Roberta De Rossi
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