Voto fuori sede al referendum, task force al lavoro in Comune a Venezia. Ecco come fare

La consultazione l’8 e 9 giugno su diritti del lavoro e cittadinanza italiana. C’è tempo fino a domenica 4 maggio per iscriversi alle liste speciali dei non residenti. In duecento hanno già fatto richiesta: sono studenti, lavoratori e professionisti

Mitia Chiarin
Si vota per i referendum l'8 e il 9 giugno
Si vota per i referendum l'8 e il 9 giugno

Per il voto per i referendum del 8 e 9 giugno, a Venezia è corsa per gli elettori fuori sede che chiedono di votare qui e non nel Comune di residenti.

Sono già oltre 200 le richieste pervenute al servizio elettorale del Comune di Venezia, con uffici operativi in viale Ancona a Mestre.

La novità era quindi decisamente attesa se le richieste fioccano così velocemente e il numero cresce ogni giorno, con una media di una quarantina di domande.

E c’è ancora tempo perché la possibilità di presentare domanda scade domenica 4 maggio (35 giorni prima della scadenza elettorale).

La corsa alle domande è tale che l’ufficio elettorale, con il dirigente Dario Zoli, ha dovuto mettere in campo una task force di impiegati, ben cinque, per gestire ogni singola richiesta, valutarla, e assegnare al cittadino che ne fa richiesta un seggio dove andare a votare. Inoltre per ogni elettore fuori sede accettato deve partire una segnalazione ufficiale al Comune di residenza per evitare casi di doppio voto, ovviamente non ammessi.

La novità interessa i cosiddetti elettori fuori sede.

Non si parla solo di studenti universitari, che avevano già potuto votare in città in un seggio speciale per le elezioni europee del 2024.

Stavolta la possibilità è concessa anche ai lavoratori che si trovano fuori dal Comune di residenza per motivi di lavoro. E in città sono tanti. E poi alle persone che sono in città per cure mediche o per assistere congiunti malati ricoverati in ospedale. Occorre essere temporaneamente domiciliati da tre mesi almeno.

Finora il grosso delle oltre 200 domande arrivate all’ufficio elettorale comunale hanno interessato studenti fuori sede. Giovani che studiano a Ca’ Foscari, all’Università Iuav e alle altre istituzioni di formazione superiore della città, dallo Iusve all’Accademia di Belle Arti. Solo un dieci per cento sono le domande dei lavoratori in trasferta lunga di lavoro. E non ci sono, al momento, domande relative a casi di persone presenti in città per cure mediche.

Ora per ogni domanda la task force dell’Elettorale si mette subito al lavoro: ci sarà l’esame degli uffici e poi, in caso di accettazione, verrà comunicato ad ogni singola persona dove andare a votare. Non ci saranno seggi speciali bensì invii ai vari seggi del Comune, ovviamente vicini al domicilio della persona. In città sono 254 le sezioni di voto, distribuite tra Venezia, isole e terraferma. Si aggiungono due sezioni ospedaliere.

Entro il 14 maggio (25 giorni prima del voto referendario) si avrà comunicazione dell’accettazione o meno della domanda.

L’8 e 9 giugno (il primo giorno si vota dalle 7 alle 23, il secondo dalle 7 alle 15) si è chiamati ad esprimere pareri sull’abrogazione del Contratto di lavoro a tutele crescenti - Disciplina dei licenziamenti illegittimi; sull’abrogazione parziale di licenziamenti e indennità nelle piccole imprese; per la abrogazione parziale di norme in materia di termine al contratto di lavoro subordinato; sulla reintroduzione della responsabilità solidale del committente, dell'appaltatore e del subappaltatore per infortuni subiti dal lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice. Infine quello sulla cittadinanza con la richiesta di dimezzare da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario che chiede di diventare cittadino italiano.

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