Referendum Venezia-Mestre, il governo ritira il ricorso alla Consulta

Su proposta del premier Conte, aperta la strada alla quinta chiamata alle urne. Ma pende ancora il ricorso al Tar del Comune e città metropolitana
Il governo non si oppone al referendum per la separazione tra Venezia e Mestre
Il governo non si oppone al referendum per la separazione tra Venezia e Mestre

VENEZIA. Strada spianata verso il quinto referendum per la separazione tra Venezia e Mestre, il 30 settembre. Almeno per quanto riguarda il governo.

Il Consiglio dei ministri ha, infatti, deciso di rinunciare al ricorso per conflitto di attribuzione innanzi alla Corte costituzionale contro la delibera della Giunta regionale del Veneto del 13 marzo scorso, che indice per il 30 settembre prossimo il referendum per la suddivisione del comune di Venezia nei due comuni autonomi di
Venezia e Mestre.

Lo riporta la nota emessa al termine della riunione dell'esecutivo di lunedì sera. La decisione è stata presa su proposta del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. 

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16.11.2003.- REFERENDUM PER LA SEPARAZIONE VENEZIA-MESTRE. NELLA FOTO: VENEZIANI ALLE URNE.- INTERPRESS/RAFFELE

A questo punto, sulla strada del referendum c'è "solo" da superare l'ostacolo  del Tribunale amministrativo del Veneto, al quale ha fatto ricosrso sia il Comune di Venezia sia la Città metropolitana del sindaco Luigi Brugnaro, convinto che la legge Delrio sulla costituzione delle città metropolitane impedisca questo referendum se non indetto dalla stessa Città e allargato a tutta la popolazione della provincia e non solo - come invece deciso dalla Regione e come chiesto dai comitati sepèaratisti, costituiti a giudizio - solo ai residenti nel comune di Venezia.

«Con il ritiro del ricorso da parte del Governo è stato riconosciuto il diritto dei cittadini del territorio di Venezia e Mestre di esprimersi sul riassetto amministrativo deciso per far fronte alle mutate condizioni sociali ed economiche del territorio. È stato pertanto escluso l'intervento statale che un'impropria interpretazione della legge Delrio avrebbe comportato, al fine di evitare una ingiustificata compressione delle prerogative del legislatore regionale». Lo dichiara in una nota il ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, Riccardo Fraccaro. «L'orientamento del Governo - aggiunge Fraccaro - è infatti quello di non interferire in scelte locali legittime, assicurando la realizzazione del diritto politico dei cittadini di ottenere la convocazione della consultazione referendaria. Grazie a questa decisione la popolazione potrà pronunciarsi sull'iniziativa popolare per la suddivisione del Comune di Venezia nei due comuni autonomi di Venezia e Mestre, ai sensi dell'art.133 della Costituzione e della legge regionale 25/1992. La rinuncia al conflitto di attribuzione testimonia anche il cambiamento che il Governo intende attuare nel rapporto con le autonomie e gli enti locali, che vanno valorizzate insieme alle forme di partecipazione dal basso dei cittadini. Esprimiamo viva soddisfazione  per il lavoro svolto dal Consiglio dei Ministri e in particolare dal ministro per gli Affari Regionali Erika Stefani».

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