Referendum per spostare il monumento Ancillotto
Un grave oltraggio al monumento che non deve passare impunito. Le associazioni combattentistiche e d'Arma, in particolare il nucleo dell'aviazione, o Arma Azzurra, del maresciallo Giacomo Bellesso non vogliono che passi inosservato il balletto hard di una misteriosa ballerina di lap dance sul monumento a Giannino Ancillotto che potrebbe vedere dietro le quinte Marco Lo Faro che sta per lanciare un locale di lap dance in via Unità d'Italia, ex Cantiere.
Il sindaco Andrea Cereser ha già annunciato in accordo con la comandante della polizia locale, Danila Sellan, un inasprimento del regolamento di polizia sul decoro urbano, ma non basta per chi è ancora assetato di vendetta per l'offesa al monumento. Il presidente dei combattenti Ennio Mazzon, che assieme a Massimiliano Orlando sta per lanciare il nuovo partito Mitteleuropeo del Veneto Orientale, fa una proposta choc: riportare il monumento di Ancillotto nella sede originaria.
«Lo dobbiamo all'eroe dei cieli», sostiene, «al monumento stesso che è un mausoleo ed è stato oltraggiato prima di tutto dall'ex sindaco Francesca Zaccariotto, che lo ha voluto spostare facendogli perdere la centralità nella piazza. Coinvolgiamo i cittadini, anche con un referendum che li consulti su questa possibilità. Il monumento deve stare al centro, non spostato come un muro sul corso principale. La piazza stessa, oggi vuota, richiede una presenza centrale ora venuta a mancare. Lo dobbiamo valorizzare e proteggere perché non diventi una giostra sulla quale salire, o peggio ancora un palco per spettacoli vergognosi».
Il presidente dell'Arma Azzurra, dedicata proprio ad Ancillotto, vuole la testa del colpevole e ha informato il vice presidente nazionale generale Riccardo Marchese. «Le forze di polizia hanno fatto accertamenti», dice, «riteniamo che si possa risalire con certezza ai responsabili, grazie alle videocamere. Devono pagare per quanto hanno fatto su un monumento dedicato a una medaglia d'oro e tre d'argento al valore militare che è simbolo e storia della città. E, poi, questo monumento deve tornare a essere importante, protetto, con una recinzione, o comunque controllato perché si sanzioni chi sale».
Lo fanno ancora tanti giovani e soprattutto bambini in modo innocente. Il divieto è scritto in piccolo sotto la scalinata che sembra un invito a salire.
Giovanni Cagnassi
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia