Referendum costituzionale, in provincia di Venezia No al 61,7 per cento
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VENEZIA.Referendum costituzionale, gli esiti del voto: il No ha vinto con il 59,11 per cento mentre il sì si è fermato al 40,8 per cento. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha annunciato la sue dimissioni. "Domani pomeriggio riunirò il Consiglio dei ministri e poi salirò al Quirinale a rassegnare le dimissioni".
I RISULTATI IN VENETO: La percentuale più alta del No nel Nord Italia si è registrata proprio in Veneto. I risultati definitivi hanno evidenziato una netta prevalenza di No: sono il 61,9%, contro il 38,1% di Si. I votanti sono stati 2.856.049, il 76,66% degli aventi diritto.

I RISULTATI IN PROVINCIA DI VENEZIA: I dati finali dello scrutinio delle 820 sezioni danno il Sì al 38,3 %
con 186.127 voti mentre il No supera anche qui il sessanta per cento: 61,7 % delle preferenze con 300.083 voti. Le schede bianche sono state in provincia 1.058; le nulle 2.532; quelle contestate 9. L'affluenza ricordiamo è stata del 74,3 per cento.

I RISULTATI NEL CAPOLUOGO: Nella città di Venezia hanno votato sì 57.819 elettori, pari al 40,89%; hanno votato no 83.581 elettori pari al 59,11%; schede bianche 296, schede nulle 740; schede contestate 3. Affluenza al voto: 72,20%.
Immediati i commenti del mondo politico. Ecco la prima carrellata di reazioni la scorsa notte.
ZAIA «È stato un risultato strepitoso. Una grande lezione di democrazia è venuta dal Veneto vista la partecipazione. È la fine del grande fratello e i cittadini dimostrano autonomia nell'ascoltare e poi decidere». È il commento del governatore del Veneto Luca Zaia agli esiti del referendum sulla riforma costituzionale. «La grande affluenza e il risultato - dice Zaia - è la dimostrazione che la stabilità tanto decantata i cittadini la vedono solo con una vera tornata elettorale. Con le annunciate dimissioni di Renzi e il voto si avrà un governo democraticamente eletto, ovvero un presidente del consiglio eletto e non nominato, come non accade in questo Paese dal maggio 2008». Per Zaia, alla luce dell'affermazione del No anche in Veneto, poi, «le venute di Renzi e le regalie preelettorali non sono servite a nulla. Tantomeno sono serviti i patrocini del mondo associativo che portano a casa dal loro popolo una sonora bocciatura».
BRUNETTA. «Ha vinto Berlusconi e tutti quelli che hanno combattuto Renzi e il renzismo da subito. Ora sotto la guida del Cavaliere abbiamo il dovere di costruire il centrodestra unito di governo: Fi, Lega, Fdi, Storace, Quagliariello, Mario Mauro, Rotondi, Fitto, i repubblicani di Nocara, i liberali, i sindaci di liste civiche come Trieste e
Venezia, Arezzo. Senza Ncd. Uniti e con pari dignità arriviamo al 40 per cento». Lo afferma Renato Brunetta in una intervista a Repubblica. E interrogato sulle primarie il capogruppo di Forza Italia alla Camera sottolinea: «Dipende dalla legge elettorale, io dico che se c’è Berlusconi in campo diventano superflue. Ma vediamo».
CACCIARI. «La responsabilità di questo risultato è al 99 per cento del presidente del Consiglio Renzi e della sua scriteriata presunzione. Ha creduto che il referendum sulla riforma costituzionale fosse il terreno buono su cui porre la propria egemonia. Ha perso la scommessa, ma ha così condotto il paese in una situazione di grande difficoltà», ha commentato il filosofo ed ex sindaco di Venezia. «Si apre una fase molto delicata in cui bisognerà fare appello alla intelligenza di tutti che non ha brillato granché», ha proseguito. «Renzi non ha più in alcun modo l’autorevolezza per essere la guida del paese, ma nel senso che occorre approvare la legge di stabilità, quindi fare la legge elettorale e trovare il consenso presso le attuali opposizioni. E non credo che Grillo sia disposto a concedere un’unghia...», ha spiegato Cacciari in una intervista a Repubblica.
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