Redentore, bacino semivuoto senza barconi: notte di fuochi e divieti
VENEZIA. Un Redentore blindato dai divieti e dai controlli riempie come sempre le rive di folla, ma svuota di imbarcazioni il Bacino San Marco, in una situazione quasi irreale agli occhi di molti veneziani: presenti migliaia di piccole barche, motoscafi privati. In tutto 4.200 imbarcazioni, ma niente barconi e - di conseguenza - pochi addobbi e rara musica nell’aria, in un bacino sferzato anche dal vento e con molto moto ondoso.
La “tolleranza zero” annunciata dalla Capitaneria di Porto all’uso delle grandi imbarcazioni da trasporto per accogliere comitive e tavolate, ha fatto centro, facendo venir meno il migliaio di grandi topi che tradizionalmente riempiva il Bacino di gente, suoni, luci colorate. Comportamento che il codice della navigazione proibisce da sempre - trattandosi di imbarcazioni adibite al trasporto cose che non possono ospitare più di 6 persone, salvo richiesta di deroga - ma che era stato sempre tollerato, in virtù di una sorta di lasciapassare da tradizione, per la Notte Famosissima. Così su Facebook per giorni si è diffuso il tam tam alla “resistenza”: e all’imbrunire qualche barcone “ribelle” è arrivato e, con questo, le prime multe e le accese discussioni.
Così, ieri, lungo le rive, nei campielli, è stata la festa di sempre: oltre centomila persone naso all’insù a riempirsi gli occhi sino all’ultimo fogo, incuranti dei bollettini meteo che promettevano violenti temporali notturni. Ma l’annunciato altolà della Capitaneria - e le verifiche serrate per tutto il pomeriggio di guardiacoste e polizia - hanno tolto alla festa la sua essenza “redentoresca” , che certo per molti trasportatori era anche un affare da un migliaio di euro a barca, spesso in nero. Presenti, comunque, migliaia di piccole imbarcazioni private. Accesi malumori anche per i controlli di una pattuglia di vigili - che il direttore generale del Comune Marco Agostini ha definito troppo «zelante» - che, lungo le rive della Giudecca, chiedeva il permesso all’occupazione del plateatico anche alle tavolate private.
Così anche il Redentore 2012 è passato, scandito dalla grande festa popolare sacra e profana di sempre e dalla novità del gigantesco “mostro” in 3 D animato su un muro di acqua nebulizzata animato da Laser Entrapment e sponsorizzato dal Gruppo Green Power, che «ha pagato qualche decina di migliaia di euro, più i costi dell’installazione», commenta il direttore di Venezia Marketing & Eventi, Fabrizio D’Oria, per avere il suo marchio in vista sui cieli della città.
Poi è stata la volta dell’infinita raffica di luci e magie letteralmente abbaglianti - la luce e l’argento il tema dominante della serata - dei fuochi firmati La Parente Fireworks: un fronte lungo 400 metri, con razzi pirotecnici distanziati di appena dieci metri l’uno dall’altro. «Fuochi per un valore commerciale di cento mila euro», prosegue D’Oria, «pagati in parte “in natura”, con l’autorizzazione alla famosa azienda della possibilità di abbinare il loro lavoro a Venezia e la cessione di due tavoli alla cena di gala a palazzo Ducale». E poi, come sempre, il ponte votivo: quest’anno il bando Insula per i ponti del Redentore (il più grande di tutti), della Salute e per la passerella di attraversamento della Venice Marathon è partito da una base d’asta di oltre 300 mila euro. Festa venezianissima, ma anche turistica, con numeri da (quasi) tutto esaurito, anche negli hotel più rinomati: Monaco, Hilton, Cipriani al completo, con al Danieli disponibile solo una suite d’angolo a 1900 euro a notte .
«Un Redentore all’insegna della riflessione sulle cose che ci sono da fare, sulla crisi e sulle tante emergenze», ha commentato il sindaco Orsoni all’inaugurazione del ponte votivo.
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