Recuperato un quadro della Fondazione Cini rubato 35 anni fa
VENEZIA. È stato recuperato un prezioso dipinto firmato “Rembrandt” e rubato assieme ad altre opere nella notte tra 12 e 13 dicembre 1979 dalle sale del monumentale Castello Cini di Monselice, all’epoca di proprietà Fondazione Giorgio Cini (istituita dal Conte Vittorio Cini nel 1951, come ente morale privato non a scopo di lucro), e dal 1981 diventato di proprietà della Regione del Veneto. La tela è stata rimpatriata e recuperata dai carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale di Venezia, coordinati dal sostituto procuratore Federica Baccaglini della Procura di Padova, a conclusione di indagini connesse a una Commissione Rogatoria Internazionale in Francia.
Il dipinto a olio su tavola cm.h86,5x68 raffigurante «San Luca Evangelista» è un’opera del XVII secolo. La raffigurazione pittorica di «San Luca Evangelista» appare abbastanza insolita soprattutto per la caratterizzazione del volto solcato da rughe, incassato tra le spalle con occhiali sul naso, avvolto in un pesante abito scuro, sembrerebbe quasi il ritratto del probabile committente del dipinto, forse di nome «Luca». L’importante opera sarà restituita alla Fondazione Cini, nell’isola di San Giorgio di Venezia.
Dopo trentacinque anni i militari del Reparto speciale dell’Arma, con l’ausilio delle autorità di polizia francesi, sono riusciti ad individuare e localizzare l’opera. L’individuazione è stata resa possibile tramite l’ausilio della Banca Dati dei Beni Culturali illecitamente sottratti, il più grande data base esistente al mondo dedicato a questa tipologia di oggetti, gestita dai Carabinieri del Tutela Patrimonio Culturale, al quale attingono, attraverso il -Servizio Interpol - , anche le forze di polizia degli altri paesi europei ed extraeuropei.
Dopo il furto, il dipinto, immesso nel mercato clandestino delle opere d’arte rubate, dopo varie transazioni, perveniva ad un privato collezionista francese ignaro della provenienza illecita, il quale consegnava per la vendita l’opera ad una nota casa d’aste parigina. Solo a questo punto, i Carabinieri potevano rintracciare il dipinto e riscontrare la corrispondenza tra l’opera trafugata e quella all’asta e pertanto bloccarla al fine di impedire che venisse immessa sul mercato legale internazionale.
La firma di Rembrandt ma il quadro è di Bellotti. La firma di Rembrandt è stata apposta presumibilmente dal mercato d'arte ai primi del '900 sul dipinto, un olio su tavola. Era stato rubato la notte tra il 12 e il 13 dicembre '79 insieme ad altri dieci dipinti, sei sculture, cinque mobili e nove oggetti, dal castello di Monselice. Era stato successivamente individuato nel 2009 in un'asta di Arcurial a Parigi, dove era stato messo in vendita da un collezionista francese che si è detto disposto alla restituzione, non appena saputa la provenienza illecita. Il valore dell'opera di Bellotti è di circa 150 mila euro.
Oggi ritorna nel patrimonio della Fondazione Cini che conta di esporlo a settembre all'interno della sede dell'isola di San Giorgio, dopo la valutazione di un'eventuale restauro. "Questo ritrovamento - ha sottolineato il magg. Giuseppe Marseglia, comandante del nucleo Carabinieri per la tutela patrimonio culturale di Venezia - è il miglior coronamento dell'indagine, avviata attraverso il monitoraggio quotidiano del mercato e viene a completare un altro tassello del mosaico relativo al furto del '79, riguardo al quale non perdiamo la speranza che, nel tempo, riusciremo a recuperare tutti i pezzi trafugati. L'obiettivo principale era recuperare l'opera, ma le indagini continuano".
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